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La vita lavorativa sale a 33 anni, ma in Ue L'Italia è penultima: la classifica Eurostat

Secondo un'indagine Eurostat la vita lavorativa in Italia ha raggiunto i 32,9 anni: valore, però, penultimo in Ue e che non vale per le donne.
Questo valore è cresciuto ma rimane lontano dal livello generale europeo di 36,9 anni. 
Mentre le lavoratrici, nel nostro Paese hanno una carriera inferiore di ben 8,9 anni rispetto agli uomini, più corta di 6,4 anni se si considerano le donne nel resto del continente.

 

Secondo i dati Eurostat la durata dell’occupazione della forza lavoro dell’Unione europea è aumentata costantemente dal 2013, ad eccezione del 2020, quando per l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 il livello è sceso a 35,6 anni dai 35,9 dell’anno precedente.
La tendenza è tornata a livello pre-pandemia nel 2021, per ricominciare a salire fino ai 36,9 anni registrati in generale nell’Ue nel 2023.

Per le donne, la durata media della vita lavorativa nell’Ue è di 34,7 anni, con le carriere più lunghe che si registrano in Svezia (41,9 anni), nei Paesi Bassi e in Estonia (entrambi 41,5 anni). Ultima di questa graduatoria al femminile proprio l’Italia con 28,3 anni, preceduta da Romania (28,5 anni) e Grecia (30,6 anni), nonostante nel nostro Paese il valore sia salito di 7 anni dal 2000.
Ciò fa registrare il gap di genere più largo (8,9 anni) eccettuate Lituania ed Estonia: unici paesi Ue in cui si registra un divario di genere negativo, cioè dove le donne lavorano più a lungo degli uomini, rispettivamente di 1,3 anni e 0,8 anni in più rispetto agli uomini. 

Tra il 2013 e il 2023, la durata della vita lavorativa è aumentata in tutti i paesi dell’Ue, tranne in Romania, unica nazione a sperimentare un calo (0,4 anni) dovuto principalmente a un calo tra le donne. 
Cinque paesi hanno registrato un aumento significativo, Ungheria (6,2 anni), Malta (5,3 anni), Irlanda (4,4 anni), Estonia (4,3 anni) e Paesi Bassi (4,0 anni) e in particolare la crescita fatta segnare da Malta è stata trascinata dall’estensione delle carriere femminili.

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Legge quadro MIMIT: Tutela del Made in Italy

La tutela dei prodotti Made in Italy è cruciale per preservare l'autenticità e l'integrità del nostro patrimonio produttivo. Il disegno di legge introduce misure rigorose contro la contraffazione e l'uso speculativo dell'Italian Sounding, proteggendo così i consumatori e le imprese che operano correttamente.

Per maggiori informazioni: https://www.mimit.gov.it/it/made-in-italy/legge-quadro/tutela-del-made-in-italy.

Responsabile SNI Orientamento Taranto

dr.ssa Barbara Saltalamacchia

mail: sni@brta.camcom.it

Tel. 099 7783030

Orari per il pubblico:

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Gli appuntamenti sono gestiti previo contatto telefonico/mail.

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Bando Mimit: pubblicato il bando per favorire l'accesso alla nuova tutela europea dei prodotti IGP non agroalimentari

È stato pubblicato sul Portale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy il decreto direttoriale che stabilisce i requisiti, le spese ammissibili, l’entità e le modalità di erogazione del contributo destinato alle associazioni di produttori per le spese di consulenza tecnica sostenute per la predisposizione del disciplinare di produzione dei prodotti industriali e artigianali tipici.

A partire dal 16 settembre 2024 ed entro le ore 13 del 31 ottobre 2024 le associazioni di produttori potranno presentare la propria domanda. Le richieste dovranno essere inviate, complete di tutta la documentazione necessaria, all’indirizzo PEC: bandodisciplinariigp@pec.mimit.gov.it.

l contributo è concesso nella misura dell'80% delle spese sostenute e valutate ammissibili, fino a un importo massimo concedibile pari a 30.000,00 euro (trentamila/00) per ciascun soggetto beneficiario.

Per maggiori informazioni, consultare il bando: https://www.mimit.gov.it/it/notizie-stampa/mimit-3-milioni-di-euro-per-favorire-laccesso-alla-nuova-tutela-europea-dei-prodotti-igp-non-agroalimentari-pubblicato-il-bando.

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Affitti brevi, le nuove norme in vigore dal 1° settembre 2024

Dopo un periodo di rodaggio, entra in vigore dal 1° settembre 2024 la banca dati delle strutture ricettive (BDSR), piattaforma tramite la quale sarà possibile richiedere il CIN (Codice identificativo nazionale) da utilizzare per poter esercitare l’attività di affitto breve. 

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Circolare operativa MIMIT del 16 agosto 2024: Transizione 5.0

La Circolare operativa fornisce chiarimenti tecnici in relazione a specifici profili, utili ai fini della corretta applicazione della nuova disciplina agevolativa.

Per maggiori informazioni, consultare il testo della Circolare linkata: https://www.mimit.gov.it/it/normativa/circolari-note-direttive-e-atti-di-indirizzo/circolare-operativa-16-agosto-2024-n-25877-transizione-5-0.

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Transizione digitale delle imprese, in Italia manca il personale specializzato. Palermo alla quarantacinquesima posizione

Transizione digitale delle imprese, in Italia manca il personale specializzato. 

Palermo alla quarantacinquesima posizione nella classifica nazionale delle province con maggiori capacità.

E' stata  stimata la necessità delle imprese italiane di ben 699mila lavoratori con competenze digitali avanzate 4.0, più della metà dei quali sono di difficile rintracciabilità (il 51,8 per cento). All’appello mancano dunque 362mila figure professionali specializzate.

 

E' stata presentata un’analisi offerta da Confartigianato e, in questa ultima rilevazione, emerge l’assenza di specifiche figure che faciliterebbero il processo di transizione digitale delle imprese. 

Si tratta di 362mila lavoratori mancanti e con e-skill specifiche quali:
- l’intelligenza artificiale;
- il cloud computing;
- l’Industrial internet of things (IoT);
- il data analytics;
- i big data;
- la realtà virtuale e aumentata;
- la blockchain.

Questa carenza di personale appare inoltre più marcata nelle micro e piccole imprese italiane, all’interno delle quali la percentuale di mansioni che richiedono competenze digitali specifiche sale al 54,9 per cento. 

Il territorio dove si registra la maggiore difficoltà a reperire personale qualificato per il cambio di paradigma digitale è il Trentino-Alto Adige, con la provincia di Bolzano in testa. Nella Regione, in media, ben il 65,8 per cento delle ricerche va vuoto, a Bolzano il 69,2 per cento. Subito dopo troviamo il Friuli-Venezia Giulia, dove ben il 62,6 per cento della ricerca di lavoratori specializzati nelle suddette competenze non porta a nessun frutto. Tra le Regioni che superano il valore medio nazionale del mismatch tra ricerca e offerta c’è anche la Lombardia dove, in numeri assoluti, c’è la situazione più critica: a mancare sono 80.250 specialisti, cioè il 52,3 per cento del totale ricercato.

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Impresa familiare, sentenza della Corte costituzionale estende i diritti ai conviventi

La Consulta cambia la definizione di impresa familiare e modifica parzialmente l'articolo 230 del codice civile: nessuna differenza fra coniugi e conviventi al fine della determinazione dei diritti e delle tutele.

Con la sentenza n. 148 del 25 luglio 2024, la Corte afferma che non vi è differenza, al fine del riconoscimento dei diritti, fra moglie e convivente nell’ambito delle imprese familiari.

I supremi giudici hanno dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 230 bis comma 3 del codice civile relativamente alla parte in cui non si prevede come familiare (oltre al coniuge, ai parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo grado) anche il “convivente di fatto”. Dichiarato illegittimo anche il passaggio in cui, come impresa familiare, non si considera quella in cui collabora anche il “convivente di fatto”. È stata inoltre dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’articolo 230 ter del codice civile che, introdotto dalla legge Cirinnà (76/2016), riconosceva al convivente di fatto una tutela significativamente più ridotta.

Pur rimanendo ferme le differenze di disciplina rispetto alla famiglia fondata sul matrimonio, quando si tratta di diritti fondamentali essi devono essere riconosciuti a tutti senza distinzioni. “Tale è il diritto al lavoro e alla giusta retribuzione; diritto che – argomenta la Corte – nel contesto di un’impresa familiare, richiede uguale tutela, versando anche il convivente di fatto, come il coniuge, nella stessa situazione in cui la prestazione lavorativa deve essere protetta, rischiando altrimenti di essere inesorabilmente attratta nell’orbita del lavoro gratuito”.

Nel sottolineare che la tutela del lavoro è “strumento di realizzazione della dignità di ogni persona, sia come singolo che quale componente della comunità, a partire da quella familiare”, ha ritenuto “irragionevole la mancata inclusione del convivente di fatto nell’impresa familiare”.

La questione è una pietra miliare nella giurisprudenza, dal momento che le aziende familiari in Italia, oltre a rappresentare la tradizione, sono anche uno dei principali motori di crescita del Paese. Alla fine del 2021, in Italia vi erano ben 17.897 aziende con ricavi superiori a 20 milioni di euro, di cui ben 12.500 erano di tipo familiare, rappresentando il 69,8% delle imprese in questa fascia di ricavi.

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AIUTI PAC AGRICOLTURA: scadenza domande tardive da inviare entro il 26 agosto 2024

Per le domande tardive e per quelle di trasferimento dei titoli c'è tempo fino al 26 agosto prossimo. Lo ha disposto un Decreto Ministeriale del 28 giugno 2024, ripreso dalla Circolare Agea del primo luglio pubblicata dal sito dell'Agenzia il 2 luglio.

Cambia nuovamente la griglia di scadenze per la presentazione della domanda unica della Pac - campagna 2024 con le disposizioni contenute nel Decreto Ministeriale del 28 giugno 2024 n. 289235, ripreso nella Circolare Agea n. 0052656 del 1° luglio 2024, che aggiorna le scadenze già fissate con la Circolare n. 37262 del 10 maggio 2024. Il termine ultimo per la presentazione della domanda unica slitta così al prossimo 31 luglio 2024, con le domande oltre il termine che potranno essere prodotte fino al 26 agosto 2024.

 

La circolare inoltre contiene anche chiarimenti sul calcolo della trattenuta del 3% per il Fondo AgriCat, illustrati di seguito in questo articolo. AgroNotizie® invece affronterà in un articolo a parte le modifiche introdotte dalla Circolare del 1° luglio 2024 in ordine a specifici capitoli della Pac domanda unica 2024: sull'utilizzo di sementi certificate e novità sull'Ecoschema 5 che riguarda la tutela degli impollinatori.

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Approvato Decreto Omnibus ZES UNICA SUD: raddoppiati i fondi per gli incentivi alle imprese

ll decreto Omnibus rifinanzia le agevolazioni per gli investimenti nella ZES Unica Sud e introduce la comunicazione sulle spese sostenute: le novità.

Il Governo raddoppia le risorse per le agevolazioni alle imprese nella ZES Unica del Mezzogiorno e contemporaneamente introduce nuovi adempimenti per evitare prenotazioni dell’incentivo in mancanza di investimenti.

Le novità sono inserite nel decreto Omnibus approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 agosto, che stanzia ulteriori 1,6 miliardi rispetto agli iniziali 1,67 miliardi.

Link testo Decreto Omnibus approvato il 9  agosto 2024: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2024/08/09/24G00136/SG.

Per informazioni, modalità di presentazione della domande, chiarimenti sulle istanze presentate, rivolgersi alla Struttura di missione ZES unica :https://www.strutturazes.gov.it/it/contatti/.

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Locazioni brevi: novità fiscali

Con la legge di bilancio 2024 è stato rivisto anche il regime fiscale delle locazioni brevi turistiche.

Per le persone fisiche che pongono in essere la locazione al di fuori dell’attività di impresa (se l’attività di locazione riguarda più di 4 appartamenti, automaticamente è attività di impresa) è prevista l’aliquota del 26% in caso di opzione per l’imposta sostitutiva nella forma della cedolare secca. 

L’aliquota è ridotta la 21% per i redditi derivanti dai contratti di locazione breve individuati dal contribuente in sede di dichiarazione dei redditi.

Nel caso di soggetti intermediari (anche portali), gli stessi sono tenuti ad operare una ritenuta del 21% in qualità di sostituti di imposta, a titolo di acconto.

L'Agenzia delle Entrate ha disciplinato la materiale con apposita circolare n. 10/E del 10 maggio 2024

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