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Mercato del lavoro a Piacenza

L'analisi dell'ufficio studi della Camera di commercio dell'Emilia sui dati Excelsior

 

Si mostra in calo il mercato del lavoro in provincia di Piacenza.

Sono 2.490, infatti, i nuovi contratti previsti per il mese di novembre e 6.590 quelli per il trimestre novembre-gennaio; sia su base mensile che trimestrale, i valori appaiono in flessione rispetto a quelli dello scorso anno (rispettivamente -6,0% e -7,4%).

I dati rilasciati dal Sistema informativo Excelsior, analizzati dall'Ufficio Studi della Camera di commercio dell’Emilia, evidenziano che le attivazioni previste per novembre 2023 si concentreranno per il 75,1% nel settore dei servizi, con 1.870 nuovi contratti e un -7,9% rispetto al novembre 2023 e, per il 55 %, saranno in capo ad aziende con 50 o più dipendenti.

Nell’ambito del comparto il più elevato numero di nuovi contratti è previsto per il commercio con 870 nuovi contratti (dato quasi triplicato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), i servizi alle imprese con 550 nuovi contratti (-56,0% sul novembre 2023), i servizi di alloggio e ristorazione con 250 nuovi contratti (+8,7%) ed i servizi alle persone con 200 nuovi contratti (-13,0%).

Stabile, invece, il numero di nuovi contratti previsti nell’industria, con 620 attivazioni che risultano il frutto di una crescita dell’industria in senso stretto (490 nuovi contratti, +2,1%) e di un calo delle costruzioni (130 nuovi contratti in meno, con un -7,1% ).

Nel 20% dei casi – rileva la Camera di commercio – i nuovi contratti previsti saranno stabili, cioè a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nell’80% dei casi saranno a termine (a tempo determinato o altre forme con durata predefinita).

I nuovi contratti interesseranno per una quota del 38% giovani con meno di trent’anni; nel 55% dei nuovi contratti è comunque richiesto il possesso di esperienza professionale specifica o nello stesso settore.

Anche a novembre le aziende incontreranno difficoltà nel reperimento di alcune figure professionali, complessivamente in 50 casi su 100.

Nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, tra le figure di più difficile reperimento vi sono gli specialisti in discipline artistico-espressive ( nell’86,1% dei casi), i tecnici della salute (nell’84,6% dei casi) ed i tecnici dei rapporti con i mercati ( nel 64,2% dei casi, di difficile reperimento).

Riguardo l’ambito degli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi, sono di più difficile reperimento i professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali (nel 92,3% dei casi), gli operatori della cura estetica (nel 57,1% dei casi) e gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (52,0% dei casi).

Nel segmento degli operai specializzati le difficoltà si scontano soprattutto nella ricerca di fonditori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (89,0% dei casi), di operai specializzati nell’installazione e manutenzione attrezzature elettriche ed elettroniche (85,0% dei casi) e di operai per macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (83,3%)

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Mercato del lavoro a Parma

I dati sul mercato del lavoro a Parma, rilasciati dal Sistema informativo Excelsior, analizzati dall'Ufficio Studi della Camera di commercio dell’Emilia

Si presenta in calo il mercato del lavoro in provincia di Parma.

Sono 3.860, infatti, i nuovi contratti previsti per il mese di novembre e 11.450 quelli per il trimestre novembre-gennaio; sia su base mensile che trimestrale, i dati appaiono in flessione rispetto a quelli dello scorso anno (-6,1% e -5,5%).

I dati rilasciati dal Sistema informativo Excelsior ed analizzati dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio dell’Emilia evidenziano che i nuovi contratti previsti per novembre 2024 si concentreranno per il 61,9% nel settore dei servizi, con un totale di 2.390 e un -9,1% rispetto al novembre 2023, e per il 50% saranno in capo ad aziende con meno di 50 dipendenti.

Nell’ambito del comparto dei servizi, il più elevato numero di nuovi contratti è previsto per i servizi alle imprese (920, -17,9% rispetto al novembre 2023), seguito dal commercio, con 640 nuovi contratti (+3,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), dal comparto dei servizi di alloggio e ristorazione (440 nuovi contratti, stabili rispetto al novembre del 2023) e da quello dei servizi alle persone, anch’esso in calo, dell’11,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Diminuisce anche il numero di nuovi contratti previsti nell’industria, che arriva a 1.470 unità (-1,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno); in particolare, nell’industria in senso stretto i nuovi contratti saranno 1.180 (-2,5%) e nelle costruzioni 290 (+3,6%).

Nel 23% dei casi – rileva la Camera di Commercio – i nuovi contratti previsti saranno stabili, cioè a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 77% dei casi saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

I nuovi contratti previsti a novembre interesseranno per una quota del 33% giovani con meno di trent’anni; nel 60% dei nuovi contratti viene richiesto il possesso di esperienza professionale specifica o nello stesso settore.

Anche nel mese corrente si registreranno difficoltà, da parte delle imprese, nel reperimento di alcune figure professionali, complessivamente in 48 casi su 100.

Nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, tra le figure di difficile reperimento vediamo le figure professionali relative a tecnici della salute (nel 76,6% dei casi), ingegneri (nel 75,0% dei casi) e tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (di difficile reperimento nel 66,7% dei casi). Riguardo l’ambito degli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi, tra quelle di difficile reperimento vi sono le figure professionali qualificate nelle attività commerciali (nel 90,6% dei casi), gli operatori della cura estetica (54,7% dei casi) e gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (54,4% dei casi).

Nel segmento degli operai specializzati le difficoltà si scontano soprattutto nella ricerca di operai specializzati nelle costruzioni e nel mantenimento delle strutture edili (83,5%), di meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori di macchine fisse e mobili (79,4%) e di fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (75,3% dei casi).

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Mercato del lavoro a Reggio Emilia

I dati rilasciati dal Sistema informativo Excelsior, analizzati dall'Ufficio Studi della Camera di commercio dell’Emilia

 

 

Prosegue la contrazione del mercato del lavoro a Reggio Emilia, iniziata già nei mesi scorsi. Sono 3.720, infatti, i nuovi contratti previsti per il mese di novembre, con un calo del 10,4% rispetto al novembre 2023, e sono 11.380 quelli relativi al trimestre novembre 2024 - gennaio 2025, un valore inferiore del 12,7% rispetto a quello dello stesso periodo dell’anno precedente.

I dati rilasciati dal Sistema informativo Excelsior, analizzati dall'Ufficio Studi della Camera di commercio dell’Emilia, evidenziano che i nuovi contratti previsti per novembre 2024 si concentreranno per il 62,4% nel settore dei servizi, con 2.320 attivazioni e un -4,9% rispetto al novembre 2023, e per il 52% saranno in capo ad aziende con meno di 50 dipendenti.

Nell’ambito dello stesso comparto, il più elevato numero di nuovi contratti è previsto per i servizi alle imprese (810 in totale e -10,0% rispetto al dato di novembre 2023), seguito dai servizi di alloggio e ristorazione con 730 nuovi contratti ed un aumento del 15,9% in un anno; in calo, invece, il comparto delle costruzioni con 220 nuovi contratti (-31,3%), il commercio con 500 (-12,3%) e, infine, i servizi alle persone (-20,6%). Pesante calo anche per i nuovi contratti nell’industria manifatturiera e public utilities, che scendono di un 14,5% rispetto al novembre 2023, fermandosi a 1.180 unità.

Nel 25% dei casi – rileva la Camera di Commercio - le entrate previste saranno stabili, cioè con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 75% dei casi saranno a termine (a tempo determinato o con altri contratti con durata predefinita).

I nuovi contratti interesseranno per una quota del 40% giovani con meno di trent’anni; in tutti i casi, al 60% di tutti i nuovi assunti è richiesto il possesso di esperienza professionale specifica o nello stesso settore.

Anche a novembre si riproporranno, comunque, le difficoltà delle imprese nel reperimento di alcune figure professionali, complessivamente in 51 casi su 100. Nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, tra le figure di difficile reperimento vi sono gli ingegneri (nell’88,6% dei casi), nel 76,6% lo sono i tecnici della salute e nel 71,4% dei casi i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi. Riguardo l’ambito degli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi, tra quelli di difficile reperimento vi sono gli operatori della cura estetica (67,6% dei casi), gli addetti alla gestione economica, contabile e finanziaria (52,4% dei casi) e gli addetti all’accoglienza ed all’informazione della clientela (49,2% dei casi). Nel segmento degli operai specializzati le difficoltà si scontano soprattutto nella ricerca di operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione di edifici (93,2%), di operai specializzati nell’installazione e manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche (85,4% dei casi) e di operai specializzati nelle lavorazioni alimentari (76,9% dei casi).


 

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Credito d'Imposta ZES unica SUD fruibile al 100%

SNI TARANTO

Con provvedimento del 12 dicembre 2024, l’Agenzia delle Entrate ha reso noto che le percentuali del credito d’imposta effettivamente fruibile per gli investimenti nella ZES unica, quantificate sulla base delle comunicazioni integrative, sono entrambe pari al 100%

Per maggiori informazioni: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/web/guest/credito-imposta-per-investimenti-in-zes-unica/infogen-credito-imposta-per-investimenti-in-zes-unica-imprese.

Responsabile SNI Orientamento Taranto

dr.ssa Barbara Saltalamacchia

mail: sni@brta.camcom.it

Tel. 099 7783030

Orari per il pubblico:

dal lunedì al venerdì ore 8.30 - 13.30

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Start up e pmi innovative: in arrivo nuove agevolazioni per le start up e pmi

SNI TARANTO

Pubblicata sulla G.U. del 7.11.2024  la Legge del 162/2024 contenente disposizioni per la promozione e sviluppo delle start up e delle pmi: https://www.mimit.gov.it/it/notizie-stampa/notizia-decreto-concorrenza.

Responsabile SNI Orientamento Taranto

dr.ssa Barbara Saltalamacchia

mail: sni@brta.camcom.it

Tel. 099 7783030

Orari per il pubblico:

dal lunedì al venerdì ore 8.30 - 13.30

solo martedì e giovedì: ore 15-17.30

Gli appuntamenti sono gestiti previo contatto telefonico/mail.

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Bonus ZES Unica: online il modello di domanda per il credito extra

SNI TARANTO

L’Agenzia delle Entrate ha aggiornato il modello di domanda per chiedere il credito d’imposta sugli investimenti nella ZES unica del Mezzogiorno. L’update consente alle imprese di indicare nella comunicazione integrativa ulteriori investimenti (realizzati nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2024) rispetto a quelli iniziali o a segnalarne altri di importo superiore.

Il nuovo modello con le relative istruzioni (clicca qui per scaricarli) è stato approvato con apposito provvedimento  del 6 novembre in vista dell’imminente scadenza a cui sono chiamati i beneficiari del tax credit.

Per utilizzare il credito d’imposta sugli investimenti nella ZES Unica Sud, bisogna attestare l’avvenuta realizzazione degli investimenti entro il 15 novembre 2024.


Responsabile SNI Orientamento Taranto

dr.ssa Barbara Saltalamacchia

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Bonus Transizione 5.0 anche per i beni agricoli e in leasing

SNI TARANTO

Il MIMIT ha pubblicato delle precisazioni sulle FAQ relative all’applicazione del credito d’imposta per le imprese agricole, e fornisce chiarimenti anche su questioni procedurali di utilizzo della piattaforma  e sui criteri per misurare il risparmio energetico.

Le nuove Faq chiariscono che il beneficio può essere applicato anche all’acquisto di veicoli agricoli e forestali, nel rispetto delle regole previste, ovvero: l’uso di combustibili deve essere temporaneo e tecnicamente necessario, oppure bisogna utilizzare combustibili sostenibili, il nuovo mezzo deve sostituirne uno precedente con il passaggio da un motore Stage I a Stage V. Il veicolo che viene sostituito deve essere contestualmente dismesso. Sono agevolabili anche le macchine agricole semoventi, come le mietitrebbie, le falcia-condizionatrici, le raccoglitrici, le vendemmiatrici, anche se tecnicamente non sono veicoli agricoli e forestali.

Per maggiori informazioni: https://www.mimit.gov.it/it/incentivi/piano-transizione-5-0.

Responsabile SNI Orientamento Taranto

dr.ssa Barbara Saltalamacchia

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ZES SUD: credito d'imposta per nuovi investimenti

SNI TARANTO

Incentivi ai nuovi investimenti realizzati fino al 15 novembre 2024 nella ZES Unica Sud, tramite comunicazione integrativa per il credito d’imposta.

Nella comunicazione integrativa necessaria per ottenere il credito d’imposta relativo alla ZES Unica Sud è possibile inserire anche l’aumento degli investimenti effettuati, al fine di ottenere un incentivo di importo più elevato. A prevedere questa nuova possibilità nell’ambito del Bonus ZES è il decreto collegato alla Legge di Bilancio 2025, in vigore dal 20 ottobre.

Responsabile SNI Orientamento Taranto

dr.ssa Barbara Saltalamacchia

mail: sni@brta.camcom.it

Tel. 099 7783030

Orari per il pubblico:

dal lunedì al venerdì ore 8.30 - 13.30

solo martedì e giovedì: ore 15-17.30

Gli appuntamenti sono gestiti previo contatto telefonico/mail.

Si precisa, considerando la mole di richieste che riceviamo in materia di ZES UNICA, che la competenza in materia è della Struttura di Missione ZES UNICA:

https://www.strutturazes.gov.it/it/comunicazione/notizie/la-nuova-zes-unica-per-il-mezzogiorno/

https://strutturazes.gov.it/it/sportello-unico/sud-zes/

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Cos'è il patent box, spese ammesse e benefici

Una scheda informativa sul regime fiscale agevolato che permette alle imprese di ridurre la tassazione sui redditi che derivano dall'utilizzo dei beni immateriali.

Il Patent box è un regime fiscale agevolato, dedicato alle imprese, introdotto in Italia con la Legge di Stabilità del 2015 (Legge numero 190/2014) e successivamente modificato dal Decreto Crescita nel 2019. Si inserisce nel quadro delle agevolazioni fiscali per le PMI volte a incentivare l’innovazione. Si tratta infatti di una riduzione della tassazione sui redditi che derivano dall'utilizzo, diretto o indiretto, dei beni immateriali come ad esempio:

  • brevetti industriali;

  • disegni e modelli registrati;

  • software protetti da copyright;

  • segreti industriali;

  • know-how;

  • marchi d'impresa.

La misura è stata introdotta con l'obiettivo di favorire un maggior numero di investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo e incentivare il ritorno in Italia dei beni immateriali, spesso collocati all'estero, oltre al mantenimento di quelli già presenti nel nostro Paese. Per chi invece è interessato a investire in beni strumentali, la Nuova Sabatini offre un sostegno specifico alle imprese che acquistano macchinari, attrezzature e tecnologie.

L’agevolazione è rivolta a tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione e dal settore produttivo di appartenenza, incluse le organizzazioni stabili in Italia di residenti in Paesi con i quali è in vigore un accordo per evitare la doppia imposizione e con i quali lo scambio di informazioni è effettivo.

Sono invece escluse:

  • le società che determinano il reddito imponibile su base catastale o secondo il regime forfettario;

  • i contribuenti in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale o altra procedura concorsuale.

Come si calcola

L'opzione è esercitabile solo a condizione che siano svolte attività di sviluppo e ricerca. Deve essere comunicata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta al quale si riferisce.

È valida per cinque periodi di imposta ed è irrevocabile e rinnovabile. Per coloro che vogliono, è possibile passare dal vecchio regime al nuovo seguendo le modalità stabilite dal provvedimento dell'Agenzia (testo pdf).

Benefici fiscali: maggiorazioni e incentivi

Con la nuova disciplina è consentita una maggiorazione del 110% delle spese sostenute per attività di sviluppo e ricerca con l'obiettivo di mantenere, potenziare, tutelare e accrescere il valore dei software protetti da copyright, dei brevetti industriali e dei disegni e modelli giuridicamente tutelati, sempre ai fini delle imposte dirette e di quella regionale sulle attività produttive. Rispetto alla disciplina precedente, non sono più compresi nei beni agevolati i marchi di impresa e il c.d. know-how.

Le attività rilevanti sono:

  • ricerca industriale e sviluppo sperimentale;

  • innovazione tecnologica;

  • design e ideazione estetica;

  • tutela legale diritti sui beni immateriali.

Quali spese sono ammesse nel regime del Patent Box

Nel regime possono essere agevolate diverse categorie di spese, a patto che siano strettamente collegate alle attività di ricerca e sviluppo sui beni immateriali tutelati. In particolare, rientrano tra i costi agevolabili:

  • le spese per il personale titolare di rapporto di lavoro subordinato o autonomo o altro rapporto, impiegato nello svolgimento delle attività rilevanti;

  • le quote di ammortamento, quota capitale dei canoni di locazione finanziaria o operativa e altre spese relative ai beni mobili strumentali e a quelli immateriali utilizzati per lo svolgimento delle attività rilevanti;

  • le spese per consulenze e servizi equivalenti collegati alle attività rilevanti;

  • le spese per materiali, forniture e altri prodotti impiegati nelle attività rilevanti;

  • le spese collegate al mantenimento dei diritti su beni immateriali agevolati, al loro rinnovo, alla loro protezione e le spese relative alle attività per la prevenzione della contraffazione e per la gestione di contenziosi finalizzati alla tutela dei diritti medesimi.

Come abbiamo detto, queste spese devono essere incluse nella dichiarazione dei redditi per ottenere l'agevolazione e godere del beneficio fiscale.

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Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale: come calcolare il proprio punteggio ISA

Gli Indici sintetici di affidabilità fiscale, conosciuti con l'acronimo ISA, sono stati introdotti dall'Agenzia delle Entrate nel 2018, con l'obiettivo di favorire l'emersione spontanea dei redditi e contrastare l'evasione fiscale. Si tratta di strumenti di natura informatica che, attraverso l'analisi di una serie di dati e informazioni estratti dalla dichiarazione dei redditi e da altre fonti, attribuiscono a ciascun contribuente un punteggio di affidabilità fiscale compreso tra 1 e 10.

Un punteggio ISA alto indica una maggiore probabilità che la gestione aziendale o professionale sia condotta in modo regolare e trasparente, mentre un punteggio basso può far scattare verifiche fiscali da parte dell'Agenzia delle Entrate.

L'applicazione degli Indici non è obbligatoria per tutti i contribuenti, ma può rivelarsi un vantaggio. Un punteggio alto può infatti consentire di accedere a misure premiali, come la riduzione dei termini di pagamento delle imposte, la fruizione di un regime di controlli fiscali semplificati o essere esonerati dall’apposizione del visto di conformità per la compensazione dei crediti d’imposta. L’istituzione degli ISA si inserisce tra la serie di iniziative che l’Agenzia ha avviato da qualche anno con l’obiettivo di favorire una sempre più proficua collaborazione tra Fisco e contribuenti e promuovere, utilizzando anche efficaci forme di assistenza, l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari.

La metodologia adottata dall'AdE tiene conto di una pluralità di indicatori, riconducibili a due gruppi:

  • indicatori elementari di affidabilità - che valutano l’attendibilità di relazioni e rapporti tra grandezze di natura contabile e strutturale;

  • indicatori elementari di anomalia - che segnalano situazioni di gravi incongruenze contabili e gestionali o disallineamenti tra dati e informazioni presenti nei diversi modelli di dichiarazione, o che emergono dal confronto con banche dati esterne.

Questi indicatori si distinguono, in base al punteggio che possono assumere, in due categorie:

  • indicatori elementari che, in presenza dell’anomalia, assumono un punteggio compreso tra 1 e 5: si riferiscono alle situazioni in cui vengono rilevate situazioni anomale di carattere contabile o dichiarativo, modulate in relazione alla loro gravità. Il punteggio 1 rileva la maggiore gravità dell’anomalia, il 5 la più lieve. Tra gli indicatori elementari di questo tipo rientrano, ad esempio, quelli relativi all’incidenza degli accantonamenti e degli oneri finanziari netti e all’analisi dell’apporto di lavoro delle figure non dipendenti;

  • indicatori elementari che, in presenza dell’anomalia, assumono un punteggio pari a 1: si tratta di fattispecie dichiarative considerate di particolare gravità. Tra queste troviamo quelle relative all’Assenza del numero di associati in partecipazione in presenza dei relativi utili e al margine operativo lordo negativo, quelle che verificano la plausibilità economica di grandezze come l’incidenza degli ammortamenti, dei costi per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti per locazione finanziaria e la copertura delle spese per dipendente.

 

 

Compilazione

Per prima cosa andrà indicato sul frontespizio del modello il codice dell'attività, a seconda della tabella di classificazione ATECO. Oltre a quelli trasmessi attraverso le dichiarazioni fiscali, per completare la compilazione andranno inseriti ulteriori dati che la stessa Agenzia delle entrate rende disponibili e che sono stati individuati nella Nota tecnica e metodologica delle variabili precalcolate, allegata ai decreti di approvazione e di modifiche agli ISA in applicazione nei relativi periodi d’imposta.

Sanzioni e controlli

È prevista una sanzione amministrativa da 250 fino a 2mila euro per i seguenti casi:

  • omissione della comunicazione dei dati rilevanti per la formazione dell'ISA;

  • comunicazione inesatta o incompleta dei dati.

A quali contribuenti si applicano

Gli ISA si applicano agli esercenti attività d’impresa o di lavoro autonomo che svolgono, come "attività prevalente", attività per le quali risulta approvato un ISA e che non presentano una causa di esclusione. Con la dicitura "prevalente" s’intende l’attività dalla quale deriva, nel corso del periodo d’imposta, il maggiore ammontare di ricavi o di compensi. I contribuenti quindi che esercitano più attività devono prima valutare se due o più delle attività esercitate sono comprese nello stesso ISA. In tal caso, si devono sommare i ricavi o compensi provenienti dalle attività che, seppur contraddistinte da diversi codici attività, rientrano nel campo di applicazione del medesimo ISA.

 

Quando non si applicano

Gli ISA non si applicano ai periodi d’imposta nei quali il contribuente:

  • inizia o cessa l’attività, cioè si trova in condizione di non normale svolgimento dell’attività;

  • dichiara ricavi di importo superiore al limite stabilito dal decreto di approvazione.

Chi è escluso

Sono invece esclusi dall’applicazione degli ISA i contribuenti che:

  • hanno iniziato l’attività nel corso del periodo d’imposta;

  • hanno cessato l’attività nel corso del periodo d’imposta;

  • dichiarano ricavi di cui all’articolo 85, comma 1, esclusi quelli di cui alle lettere c), d) ed e), o compensi di cui all’articolo 54, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 (di seguito TUIR), di ammontare superiore al limite stabilito dal decreto di approvazione o revisione dei relativi ISA. Si osserva che, per gli ISA DG40U, DG50U, DG69U e DK23U, ai fini della determinazione del limite di esclusione dall’applicazione degli ISA, i ricavi devono essere aumentati delle rimanenze finali e diminuiti delle esistenze iniziali valutate in base a quanto previsto dagli articoli 92 e 93 del TUIR;

  • non si trovano in condizioni di normale svolgimento dell’attività;

  • si avvalgono del regime forfetario agevolato;

  • che esercitano due o più attività d’impresa, non rientranti nel medesimo ISA, qualora l’importo dei ricavi dichiarati relativi alle attività non rientranti tra quelle prese in considerazione dall’ISA relativo all’attività prevalente, comprensivi di quelli delle eventuali attività complementari previste dallo specifico ISA, superi il 30 per cento dell’ammontare totale dei ricavi dichiarati (si veda anche il successivo paragrafo 2.3.1); 

  • categoria reddituale diversa da quella per la quale è stato approvato l’ISA e, quindi, da quella prevista nel quadro dei dati contabili contenuto nel modello ISA approvato per l’attività esercitata.

Non sono applicati anche a:

  • gli Enti del Terzo settore non commerciali che optano per la determinazione forfetaria del reddito d’impresa;

  • le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale che applicano il regime forfetario. L’esclusione è subordinata al positivo perfezionamento del procedimento di autorizzazione della Commissione Europea di cui all’art. 108 del TFUE (art. 101, comma 10, del Decreto legislativo n. 117 del 3 luglio 2017);

  • le imprese sociali di cui al decreto legislativo n. 112 del 3 luglio 2017. L’esclusione è subordinata al positivo perfezionamento del procedimento di autorizzazione della Commissione Europea di cui all’art. 108 del TFUE (art. 18, comma 9, del Decreto legislativo n. 112 del 3 luglio 2017);

  • le società cooperative, società consortili e consorzi che operano esclusivamente a favore delle imprese socie o associate e delle società cooperative costituite da utenti non imprenditori che operano esclusivamente a favore degli utenti stessi;

  • i soggetti che esercitano, in ogni forma di società cooperativa le attività di “Trasporto con taxi” - codice attività 49.32.10 e di “Trasporto mediante noleggio di autovetture da rimessa con conducente” - codice attività 49.32.20, di cui all’ISA CG72U;

  • le corporazioni dei piloti di porto esercenti le attività di cui all’ISA DG77U;

  • i soggetti che svolgono attività d’impresa, arte o professione partecipanti a un gruppo IVA di cui al Titolo V-bis del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633.

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