Mercato del lavoro a Piacenza
L'analisi dell'ufficio studi della Camera di commercio dell'Emilia sui dati Excelsior
Si mostra in calo il mercato del lavoro in provincia di Piacenza.
Sono 2.490, infatti, i nuovi contratti previsti per il mese di novembre e 6.590 quelli per il trimestre novembre-gennaio; sia su base mensile che trimestrale, i valori appaiono in flessione rispetto a quelli dello scorso anno (rispettivamente -6,0% e -7,4%).
I dati rilasciati dal Sistema informativo Excelsior, analizzati dall'Ufficio Studi della Camera di commercio dell’Emilia, evidenziano che le attivazioni previste per novembre 2023 si concentreranno per il 75,1% nel settore dei servizi, con 1.870 nuovi contratti e un -7,9% rispetto al novembre 2023 e, per il 55 %, saranno in capo ad aziende con 50 o più dipendenti.
Nell’ambito del comparto il più elevato numero di nuovi contratti è previsto per il commercio con 870 nuovi contratti (dato quasi triplicato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), i servizi alle imprese con 550 nuovi contratti (-56,0% sul novembre 2023), i servizi di alloggio e ristorazione con 250 nuovi contratti (+8,7%) ed i servizi alle persone con 200 nuovi contratti (-13,0%).
Stabile, invece, il numero di nuovi contratti previsti nell’industria, con 620 attivazioni che risultano il frutto di una crescita dell’industria in senso stretto (490 nuovi contratti, +2,1%) e di un calo delle costruzioni (130 nuovi contratti in meno, con un -7,1% ).
Nel 20% dei casi – rileva la Camera di commercio – i nuovi contratti previsti saranno stabili, cioè a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nell’80% dei casi saranno a termine (a tempo determinato o altre forme con durata predefinita).
I nuovi contratti interesseranno per una quota del 38% giovani con meno di trent’anni; nel 55% dei nuovi contratti è comunque richiesto il possesso di esperienza professionale specifica o nello stesso settore.
Anche a novembre le aziende incontreranno difficoltà nel reperimento di alcune figure professionali, complessivamente in 50 casi su 100.
Nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, tra le figure di più difficile reperimento vi sono gli specialisti in discipline artistico-espressive ( nell’86,1% dei casi), i tecnici della salute (nell’84,6% dei casi) ed i tecnici dei rapporti con i mercati ( nel 64,2% dei casi, di difficile reperimento).
Riguardo l’ambito degli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi, sono di più difficile reperimento i professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali (nel 92,3% dei casi), gli operatori della cura estetica (nel 57,1% dei casi) e gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (52,0% dei casi).
Nel segmento degli operai specializzati le difficoltà si scontano soprattutto nella ricerca di fonditori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (89,0% dei casi), di operai specializzati nell’installazione e manutenzione attrezzature elettriche ed elettroniche (85,0% dei casi) e di operai per macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (83,3%)