Le medie imprese del Mezzogiorno
Nel 2024 migliorano fatturato e esportazioni
Per oltre l’80%, la mancanza di personale specializzato è un forte limite allo sviluppo, con il 33% che punta ad inserire lavoratori stranieri
4 imprese su 10 investiranno in IA nel prossimo triennio
La burocrazia ostacola la metà delle aziende nell’uso del PNRR
Miglioramento del fatturato e dell’export al Sud, peggioramento per entrambi i fattori al Centro Nord. Questa la fotografia scattata nel rapporto “La competitività delle medie imprese del Mezzogiorno tra percezione dei rischi e strategie di innovazione” dall’Area Studi di Mediobanca, dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere presentato oggi alla Camera di Commercio di Bari.
Una realtà produttiva che nel Meridione conta 431 società manifatturiere di capitali a controllo familiare, ciascuna con una forza lavoro compresa tra 50 e 499 unità e un volume di vendite tra i 17 e i 370 milioni di euro.
Nel 2023 il loro fatturato è aumentato del 2,7%, contro un calo del 3,6% di quelle del Centro-Nord, mentre l’export è salito del 4,4%, a fronte di una diminuzione del 2,1% delle altre. Anche per l’anno in corso le medie imprese del Sud prevedono di raggiungere un incremento intorno al 2% del proprio giro d’affari e delle esportazioni, in contrapposizione ad un calo atteso da quelle del resto d’Italia rispettivamente dell’1,5% e del 4%.
A fare la differenza sono anche gli investimenti nelle tecnologie 4.0 avviati o programmati entro il 2026 dall’87,3% delle medie imprese del Mezzogiorno (contro l’82,1% delle altre). Inoltre, il 41,3% inizierà ad investire nell’intelligenza artificiale nei prossimi tre anni (contro il 37,5%), non solo per migliorare le attività, ma anche per realizzarne di nuove e più innovative. E lo farà anche grazie alle risorse previste dal PNRR: quasi il 50% delle medie imprese del Sud ritiene che possano contribuire alla crescita economica del Paese (contro il 43% delle altre), il 42,9% che siano utili per la transizione digitale (vs 41,1%) e il 37,5% per quella green (vs 33,7%). Tuttavia, a causa dell’eccessiva burocrazia e delle difficoltà nell’eseguire i progetti, la metà delle medie imprese meridionali valuta che il Piano Nazionale non apporterà nessun vantaggio.
“I dati confermano un interessante dinamismo del Sud che va sostenuto, anche incoraggiando il cammino intrapreso dalle medie imprese che si stanno rivelando un importante motore di sviluppo economico”. Lo ha detto il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, che ha aggiunto “tuttavia, preoccupano l’eccesso di burocrazia che rischia di ostacolare il percorso di crescita del Mezzogiorno e le difficoltà di trovare i profili adeguati a cavalcare la complessità delle sfide dei nostri tempi, a partire dall’intelligenza artificiale”.
“La vitalità del nostro Mezzogiorno è testimoniata dal raddoppio, in 27 anni, del numero di medie imprese che vi operano. Un dato che mette in luce il connubio virtuoso tra una parte del nostro Paese che vuole realizzare il proprio riscatto economico e quella forma di imprenditoria che ha già contribuito alla fortuna del resto d’Italia” ha dichiarato Gabriele Barbaresco, direttore dell’Area Studi Mediobanca.
“Il dinamismo delle medie imprese mostra, in estrema sintesi, che è finita l’epoca di ‘piccolo è bello’ e quella di oggi è probabilmente l’epoca di ‘cresci o esci’. Soprattutto per le medie imprese non ci sono ricette univoche ma certamente non si può, né si potrà, prescindere da un ruolo centrale delle medie imprese (quasi sempre piccole diventate grandi), affrontando con chiarezza e con un impegno forte delle istituzioni le sfide del mismatch occupazionale con adeguati investimenti, innovazione e capacità di fare sistema, coordinando la capacità di cooperare in un’ottica di sviluppo generale del Mezzogiorno”. Lo ha sottolineato la presidente della Camera di commercio di Bari, Luciana Di Bisceglie.
Alla presentazione rapporto è seguito l’intervento di Gianfranco Viesti - Professore Ordinario di Economia Applicata, Università degli Studi di Bari – Aldo Moro su “Medie imprese e sviluppo territoriale” e la tavola rotonda, moderata dal segretario generale di Unioncamere Puglia, Luigi Triggiani, con la partecipazione di tre medie imprese pugliesi: Lucia Forte - Amministratore Delegato Oropan S.p.A.; Daniela Vinci - Amministratore Delegato Masmec S.p.A.; Vincenzo Cesareo - Presidente e Amministratore Delegato Comes S.p.A.
A chiudere i lavori Alessandro Delli Noci - Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia.
Per approfondire, in allegato, il comunicato completo.