In dieci anni in Umbria sono sparite più di tremila imprese artigiane (13,5%), è la terza flessione regionale più rilevante a livello italiano (peggio solo Marche, 20%, e Abruzzo, -18.6%), e molto peggio della media nazionale (-9.1%).
Il periodo preso come riferimento dal report della Camera di Commercio dell’Umbria è il secondo trimestre 2014 e lo stesso del 2024. I dati negativi proseguono se si considera che oltre alle migliaia di aziende artigiane perse, si sono registrati anche 5.300 addetti complessivi in meno,scendendo comunque meno del numero delle aziende.
E’ bene sottolineare la sostanziale tenuta, nell’intero decennio, delle imprese artigiane femminili, sia in termini di numero di aziende che di addetti (la loro percentuale sul totale delle aziende artigiane umbre è aumentata, nel decennio 2014- 2024, dal 17,9% al 19,6%).
Pur essendo numericamente diminuite le imprese artigiane è altrettanto vero però che risultano essere più robuste, poiché la dimensione media è passata da 2,5 addetti totali del 2014 a 2,6 addetti del 2014. Aspetto sconfortante è la performance delle imprese artigiane in mano ai giovani, dieci anni fa erano 2.282 oggi sono solo 1.354, il che dimostra le speciali difficoltà del passaggio generazionale nel mondo artigiano.
Il settore in Umbria resta di notevole importanza e di qualità, basta vedere cosa sta avvenendo da anni nel tessile, dove marchi di grande risonanza insediano parte delle proprie produzioni nella regione anche perché trovano quelle competenze, quei saperi artigianali tramandati con cura che non è facile trovare; così come per molti altri settori.
Importante certo è che si riescano a cogliere anche le varie opportunità di sviluppo, tra queste si segnala l'arrivo delle Indicazioni geografiche protette (Igp) per i prodotti artigianali e industriali.
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