Territoriale

10 start up che stanno cambiando il volto del settore agroalimentare

Nuovi modelli di produzione agroalimentare per un mercato più efficiente, equo e sostenibile: l’agricoltura sociale e sostenibile e l’agricoltura circolare e collaborativa.

L’agricoltura e l’allevamento sono due settori cruciali per la sopravvivenza e il benessere dell’umanità, ma anche tra i più problematici dal punto di vista ambientale e sociale. La produzione intensiva di materie prime per alimenti, e l’intera filiera alimentare, sono infatti una delle principali cause di cambiamento climatico, di consumo di risorse naturali e di perdita di biodiversità, mentre l’alimentazione è caratterizzata, a livello globale, da enormi disuguaglianze, sprechi e discrepanze qualitative a seconda della regione e del mercato. 

Per affrontare queste sfide, è necessario innovare il modo di produrre e consumare il cibo, rendendolo più efficiente, equo e sostenibile. Ecco 10 start up che stanno facendo proprio questo, offrendo soluzioni tecnologiche, sociali e ambientali che possono rivoluzionare l’agricoltura e l’alimentazione in due direzioni: l’agricoltura sociale e sostenibile e l’agricoltura circolare e collaborativa.

Start up agricole innovative per l’agricoltura sociale e sostenibile

L’agricoltura sociale e sostenibile è una modalità di coltivazione che si propone di creare valore sociale, ambientale ed economico, coinvolgendo le comunità locali, promuovendo la biodiversità, riducendo l’impronta ecologica e garantendo il benessere degli animali. Alcune delle start up agricole innovative che si occupano di agricoltura sociale e sostenibile sono:

  • Future Farm, una start up brasiliana che ha prodotto una carne vegetale, che imita il sapore, la consistenza e il valore nutrizionale della carne animale, ma con un minor impatto ambientale e una maggiore sicurezza sanitaria. La carne vegetale è realizzata con proteine di soia, pisello e grano, e arricchita con vitamine e minerali. Future Farm ha già conquistato il mercato sudamericano e si sta espandendo in Europa, Asia e Medio Oriente;
  • FarmBot, una start up statunitense che ha progettato un robot per l’orto domestico, che semina, annaffia, diserba e raccoglie le piante in modo automatico e personalizzato, seguendo le istruzioni impostate dall’utente tramite un’interfaccia web. Il robot è open source, modulare e compatibile con diversi tipi di orti e di piante. FarmBot ha l’obiettivo di rendere l’agricoltura più accessibile, divertente e sostenibile per tutti;
  • Beeing, una start up italiana che ha ideato un sistema di apicoltura urbana, che consiste in arnie modulari, intelligenti e sostenibili, che possono essere installate sui tetti, sui balconi o nei giardini delle città, per ospitare e proteggere le api, fondamentali per l’impollinazione e la biodiversità. Le arnie sono dotate di sensori, fotocamere e app, che permettono di monitorare lo stato di salute delle api e di produrre miele di qualità;
  • Karma, una start up svedese che ha creato un’app che mette in contatto i consumatori con i negozi, i ristoranti e i supermercati che hanno prodotti in eccesso o in scadenza, che possono essere acquistati a prezzi scontati. L’app ha lo scopo di ridurre gli sprechi alimentari, che rappresentano un grave problema economico, sociale e ambientale. Karma ha già collaborato con oltre 4000 partner in Svezia, Regno Unito e Francia, e ha salvato oltre 2 milioni di pasti;
  • Agrosmartuna start up brasiliana che ha vinto il secondo premio al TFF Challenge 2017, con il suo progetto di agricoltura sostenibile, che usa una combinazione di sensori, droni, satelliti e intelligenza artificiale per monitorare le condizioni climatiche, idriche e del suolo, e fornire raccomandazioni agli agricoltori su come gestire le loro colture in modo efficiente e adattivo. Agrosmart vuole contribuire a migliorare la produttività, la qualità e la resilienza delle colture, e a ridurre l’uso di acqua, energia e fertilizzanti;
  • Babaco Market, una start up italiana che si occupa di e-grocery, che offre un servizio di consegna a domicilio di frutta e verdura fresca, di stagione e a km zero, recuperando i prodotti con imperfezioni estetiche e le sovrapproduzioni che non trovano sbocco nei canali tradizionali. Il servizio si basa su un abbonamento mensile, che permette ai consumatori di ricevere una box con una selezione di prodotti provenienti da oltre 100 produttori locali. Babaco Market ha lo scopo di contrastare lo spreco alimentare, di sostenere l’economia rurale e di promuovere un consumo più sano e sostenibile. Babaco Market ha già raggiunto 2.000 utenti attivi e ha consegnato oltre 20.000 box in 4 regioni italiane.

Start up agricole innovative per l’agricoltura circolare e collaborativa

L’agricoltura circolare e collaborativa è una modalità di coltivazione che si basa sul principio dell’economia circolare, che prevede di ridurre, riutilizzare e riciclare le risorse, minimizzando gli sprechi e creando valore aggiunto. Questa soluzione implica anche una maggiore collaborazione tra gli attori della filiera agricola e agroalimentare, e una maggiore partecipazione dei consumatori. Alcune delle start up agricole innovative che si occupano di agricoltura circolare e collaborativa sono:

  • Agricolus, una start up italiana che ha sviluppato una piattaforma cloud per l’agricoltura circolare, che integra diversi servizi e applicazioni per supportare gli agricoltori nella gestione delle loro attività, dalla semina alla raccolta, passando per la fertilizzazione, l’irrigazione, la protezione delle piante e la certificazione. La piattaforma usa anche tecnologie come blockchain, internet delle cose e intelligenza artificiale per garantire la tracciabilità, la trasparenza e la qualità dei prodotti;
  • Rebel Meat, una start up austriaca che ha prodotto una carne ibrida, che combina carne animale e proteine vegetali, per offrire un prodotto che ha il gusto e la consistenza della carne, ma con un minor impatto ambientale e una maggiore salute. La carne ibrida è realizzata con carne di manzo, funghi, avena e spezie, e contiene il 50% di proteine in più e il 50% di grassi in meno rispetto alla carne tradizionale. Rebel Meat ha lo scopo di ridurre il consumo e la produzione di carne, che sono tra le principali cause di emissioni di gas serra, deforestazione e perdita di biodiversità;
  • Wasteless, una start up israeliana che ha creato un sistema di etichettatura dinamica, che usa algoritmi di intelligenza artificiale e sensori RFID per aggiornare in tempo reale il prezzo dei prodotti alimentari in base alla loro data di scadenza, incentivando i consumatori a scegliere quelli più vicini alla scadenza e a risparmiare denaro. Il sistema permette anche ai negozianti di monitorare e gestire il loro inventario, e di ridurre gli sprechi e le perdite. Wasteless ha già collaborato con diversi supermercati in Europa e in Australia, e ha ricevuto il premio dell’Unione Europea per l’innovazione sociale;
  • AgriProtein, una start up sudafricana che ha sviluppato un sistema di produzione di proteine animali alternative, che usa i rifiuti organici come substrato per allevare le mosche soldato nere, le cui larve vengono poi trasformate in mangimi per animali, fertilizzanti e biocarburanti. Il sistema permette di riciclare i rifiuti, di ridurre la dipendenza dalle proteine di origine vegetale, come la soia, e di contribuire alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità ambientale. AgriProtein ha già costruito diverse fabbriche di insetti in Africa, Europa e Asia, e ha ricevuto il premio dell’ONU per l’innovazione ambientale.

In conclusione

  • Il settore agro-alimentare è in continua evoluzione e deve rispondere alle esigenze e alle aspettative dei consumatori, ma anche alle sfide e alle opportunità del contesto globale. Le 10 start up descritte in questo articolo sono solo alcuni esempi di come l’innovazione possa contribuire a migliorare l’agricoltura e l’alimentazione in termini di efficienza, equità e sostenibilità, creando valore sociale, ambientale ed economico
  • Queste start up rappresentano una fonte di ispirazione e di speranza per il futuro del pianeta e dell’umanità, ma anche una chiamata all’azione per tutti gli attori coinvolti nel settore agricolo e alimentare, che devono collaborare e sostenere l’innovazione verde, per il bene comune.
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Lun 26 Feb, 2024

Green jobs: le professioni del futuro per salvare il pianeta

14 professioni verdi che offrono nuove opportunità nel mercato del lavoro, sempre più rivolto allo sviluppo sostenibile.

Se sei alla ricerca di una nuova opportunità di lavoro o vuoi specializzarti in un settore in crescita, dovresti conoscere i green jobs, ovvero i lavori che contribuiscono alla protezione dell’ambiente e alla riduzione delle emissioni di gas serra. Si tratta di professioni che richiedono competenze specifiche e trasversali, capaci di adattarsi alle esigenze di una società sempre più attenta alla sostenibilità.

Che cos’è la Green Economy?

La green economy è un modello di sviluppo economico che mira a salvaguardare la Terra e il suo benessere, cercando di sostenere lo sviluppo umano senza però impattare in modo negativo sull’ambiente circostante. Si tratta di un approccio che si inserisce nel più ampio contesto dello sviluppo sostenibile, ovvero quello che soddisfa i bisogni della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte ai propri. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, adottata dalle Nazioni Unite nel 2015, ha individuato 17 obiettivi e 169 traguardi da raggiungere entro il 2030 per garantire una crescita equa, inclusiva e rispettosa dell’ambiente.

 

Quali sono i settori dei green jobs?

I green jobs si possono trovare in diversi settori, sia pubblici che privati, che hanno come obiettivo la riconversione ecologica dell’economia. Alcuni esempi sono:

  • l’energia rinnovabile, che comprende la produzione, la distribuzione e l’installazione di fonti alternative come il solare, l’eolico, l’idroelettrico e il geotermico;
  • l’efficienza energetica, che riguarda la progettazione, la realizzazione e la manutenzione di edifici, impianti e apparecchiature che riducono i consumi e le perdite di energia;
  • la mobilità sostenibile, che include la pianificazione, la gestione e il miglioramento dei trasporti pubblici e privati, con l’uso di veicoli elettrici, ibridi o a basso impatto ambientale;
  • la gestione dei rifiuti, che si occupa della raccolta, del riciclaggio, del recupero e dello smaltimento dei materiali in modo ecocompatibile;
  • l’agricoltura biologica, che promuove la coltivazione e l’allevamento di prodotti naturali, senza l’uso di pesticidi, fertilizzanti chimici o OGM;
  • il turismo responsabile, che favorisce lo sviluppo di attività ricreative e culturali che rispettano l’ambiente e le comunità locali.

Quali sono le professioni verdi più richieste?

La green economy offre numerose opportunità di lavoro in diversi settori, sia pubblici che privati, che richiedono competenze specifiche legate alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Secondo le analisi di ANPAL, l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, nel 2021 sono state richieste oltre 300 mila competenze green, con una crescita del 18% rispetto al 2020. Tra le figure professionali più richieste e innovative nel campo della green economy, possiamo citare:

  1. ingegnere ambientale, che progetta e realizza soluzioni tecniche per prevenire e risolvere i problemi ambientali, come l’inquinamento, il risparmio energetico e le fonti rinnovabili;
  2. esperto di efficienza energetica, che analizza e ottimizza i consumi e le prestazioni energetiche di edifici, impianti e apparecchiature, proponendo interventi di miglioramento e di risparmio;
  3. installatore di impianti fotovoltaici e eolici, che monta e collega i pannelli solari e le turbine eoliche, garantendo il funzionamento e la manutenzione degli stessi;
  4. educatore ambientale, che sensibilizza e forma i cittadini, le scuole e le aziende sulle tematiche ambientali, promuovendo comportamenti ecosostenibili e buone pratiche;
  5. operatore ecologico, si occupa della raccolta differenziata, del riciclaggio e del recupero dei rifiuti, seguendo le normative e i protocolli di sicurezza;
  6. agronomo biologico, che segue e controlla le attività agricole e zootecniche, verificando il rispetto dei requisiti biologici e delle certificazioni di qualità;
  7. consulente del turismo sostenibile, organizza e propone viaggi e soggiorni che valorizzano le risorse naturali e culturali dei territori, minimizzando l’impatto ambientale e sociale;
  8. mobility manager, si occupa di organizzare, gestire e promuovere la mobilità sostenibile nelle aree urbane e metropolitane, favorendo soluzioni alternative all’uso dell’auto privata, come il car pooling, il car sharing, il bike sharing, il trasporto pubblico, le navette aziendali, i veicoli elettrici e autonomi;
  9. manager della sostenibilità, responsabile della definizione e dell’attuazione della strategia di sostenibilità di un’azienda o di un’organizzazione, monitorando e valutando gli impatti ambientali, sociali ed economici delle attività produttive, dei processi e dei prodotti, e proponendo azioni di miglioramento e innovazione;
  10. ingegnere dei materiali green, un esperto di materiali innovativi, a elevate prestazioni, economicamente competitivi e sostenibili, che sa progettarli, produrli e trasformarli con le più recenti tecnologie manifatturiere, tenendo conto del ciclo di vita, del riciclo e della riduzione dei rifiuti;
  11. esperto in Smart City, un professionista che supporta i comuni e le amministrazioni pubbliche nella definizione e nell’implementazione di politiche e progetti di mobilità sostenibile, integrazione delle tecnologie digitali, efficienza energetica, gestione dei servizi, partecipazione dei cittadini, per migliorare la qualità della vita e la competitività delle città;
  12. green marketing manager, è un professionista del marketing che si occupa di promuovere prodotti e servizi ecologici, etici e socialmente responsabili, studiando le esigenze e le preferenze dei consumatori green, creando campagne pubblicitarie e strategie di comunicazione efficaci e persuasive, e valorizzando la reputazione e l’immagine dell’azienda;
  13. giurista ambientale, un laureato in giurisprudenza che si occupa di fornire consulenza legale in materia ambientale a privati, aziende e pubbliche amministrazioni, aiutandoli a comprendere e a conformarsi alle normative vigenti, a prevenire e a risolvere eventuali controversie, a tutelare i diritti e gli interessi ambientali.
  14. specialista in contabilità verde, un esperto di questioni contabili, fiscali e finanziarie legate alla sostenibilità e all’efficienza energetica, che formula pareri e proposte per le aziende interessate a investire in innovazioni sostenibili, a beneficiare di incentivi e agevolazioni, a ridurre i costi e le emissioni, a migliorare la performance economica e ambientale.

Perché scegliere i green jobs?

Scegliere i green jobs significa puntare su un settore in forte espansione, che offre opportunità di lavoro qualificato e ben retribuito, in linea con le esigenze e le sfide del presente e del futuro. I green jobs sono anche una scelta etica e responsabile, che contribuisce alla salvaguardia del pianeta e al benessere delle generazioni future

Se vuoi entrare a far parte di questo mondo, devi formarti e aggiornarti costantemente, acquisire competenze tecniche e trasversali, e dimostrare passione e motivazione. I green jobs sono i lavori del domani, e tu puoi essere protagonista di questo cambiamento.

 

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Lun 26 Feb, 2024

Imprese sociali in ambito turistico: 545 mila euro per 11 progetti al Sud

Fondazione Finanza Etica e Fondazione CON IL SUD sostengono la valorizzazione del territorio e l’innovazione sociale

Il turismo è uno dei settori più colpiti dalla pandemia, ma anche uno dei più importanti per la ripresa economica e sociale del Paese. Per questo, sostenere le imprese sociali che operano in ambito turistico, valorizzando le risorse e le potenzialità del territorio, è una sfida strategica per il futuro.

È con questa visione che Fondazione Finanza Etica e Fondazione CON IL SUD hanno promosso, con il supporto di Etica Sgr., un bando per il sostegno alle imprese sociali in ambito turistico al Sud, con l’obiettivo di favorire la creazione e lo sviluppo di attività imprenditoriali innovative, sostenibili e partecipative, in grado di generare impatto sociale e ambientale positivo.

Il bando, lanciato nel novembre 2023, ha ricevuto 65 candidature da 7 regioni del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia), dimostrando l’interesse e la vitalità del settore. Dopo una selezione basata su criteri di qualità, coerenza, fattibilità e sostenibilità, sono state individuate 11 imprese sociali vincitrici, che riceveranno complessivamente 545 mila euro di contributo a fondo perduto, pari al 50% del costo totale dei progetti.

Le 11 imprese sociali vincitrici

Le 11 imprese sociali selezionate rappresentano una varietà di proposte e modelli di business, che spaziano dal turismo esperienziale al turismo accessibile, dal turismo culturale al turismo rurale, dal turismo di comunità al turismo creativo. Tutte condividono la volontà di valorizzare le risorse locali, coinvolgere le comunità, promuovere la sostenibilità e l’inclusione sociale.

Ecco l’elenco delle imprese sociali vincitrici, con il titolo, il soggetto responsabile, la localizzazione e il contributo assegnato:

  • Tavuliata, a participatory gastronomic experience, un progetto gestito da Variabile K S.r.l. Impresa Sociale, azienda campana, che propone esperienze gastronomiche partecipative, basate sulla condivisione di cibo, storie e culture, in luoghi insoliti e suggestivi. Finanziamento destinato: € 48.110;
  • Wonder WOW, presentato dall’azienda Wonder Grottole Srl Impresa Sociale, in Basilicata, è un progetto che offre soggiorni immersivi in un borgo abbandonato, dove i visitatori possono vivere e contribuire alla rigenerazione del territorio, attraverso attività di agricoltura, artigianato e volontariato. Finanziamento destinato: € 50.000;
  • Prodotti atipici, di Tram Travel For Action And Memory Cooperativa Sociale, Campania. Un progetto che organizza viaggi tematici alla scoperta dei prodotti tipici e atipici del territorio, valorizzando le storie, le tradizioni e le innovazioni delle comunità locali. Finanziamento destinato: € 49.648;
  • Questa terra sarà bellissima, proposto da Nsitu Società Cooperativa Sociale, azienda sicula, è un progetto che promuove il turismo rurale e sociale, offrendo percorsi di formazione, accoglienza e animazione in un’azienda agricola biologica e solidale. Finanziamento destinato: € 49.440
  • Pollino-Sybaris: Alle radici dell’esperienza, Catasta Pollino Società Cooperativa Impresa Sociale, Calabria. Si tratta di un programma che offre itinerari turistici e culturali tra il Parco Nazionale del Pollino e la Sibaritide, valorizzando il patrimonio naturale, storico e archeologico della zona. Finanziamento destinato: € 50.000;
  • TourAbility: turismo enogastronomico accessibile è il progetto presentato da Bmore Eccellenze per il Sociale Società Cooperativa Sociale, azienda con sede in Campania. Un progetto che realizza tour enogastronomici accessibili a tutti, con particolare attenzione alle persone con disabilità, offrendo servizi di trasporto, assistenza e mediazione culturale. Finanziamento destinato: € 49.920
  • Costruire Legámi - Per un turismo di Comunità, proposto dalla Cooperativa di Comunità di Leverano, in Puglia. Un progetto che coinvolge la comunità locale nella gestione di un ostello diffuso, che offre servizi di ospitalità, ristorazione, animazione e valorizzazione del territorio. Finanziamento destinato: € 50.000;
  • Network creativi, una rete di spazi e attività creative, che offrono ai visitatori esperienze di turismo artistico, culturale e sociale, in collaborazione con artisti, artigiani e associazioni locali. Questo progetto è ad opera di Incastri creativi Impresa Sociale Società Cooperativa Sociale, in Sicilia. Finanziamento destinato: € 49.280. 
  • Seminativo, di Radici Srl Impresa Sociale, in Campania. Un progetto che propone un modello di agriturismo sociale e sostenibile, che offre servizi di ospitalità, ristorazione, educazione ambientale e agricoltura sociale, in un’area di pregio naturalistico e paesaggistico. Finanziamento destinato: € 49.980
  • Poderi Forti è il progetto proposto da Jazzile Cooperativa Impresa Sociale, azienda pugliese. Un progetto che valorizza il patrimonio rurale e culturale del territorio, offrendo servizi di ospitalità, ristorazione, animazione e formazione in due poderi storici, con un’attenzione particolare alla musica jazz e alla biodiversità. Finanziamento destinato: € 48.820;
  • Smart Living Smart Working, della Cooperativa di comunità Identità e bellezza Società Cooperativa Impresa sociale, in Sicilia. Un progetto che offre soluzioni di smart living e smart working in un borgo rurale, con servizi di coworking, coliving, connettività, mobilità elettrica e turismo esperienziale. Finanziamento destinato: , € 50.000.

Un’opportunità per il Sud e per il Paese

Questi 11 progetti dimostrano come il turismo possa essere un motore di sviluppo e innovazione sociale per il Sud e per il Paese, se basato su principi di sostenibilità, partecipazione, inclusione e valorizzazione del territorio

Il contributo di Fondazione Finanza Etica e Fondazione CON IL SUD, oltre a sostenere le imprese sociali vincitrici, vuole anche stimolare la creazione di una rete tra gli attori del settore, per favorire lo scambio di buone pratiche, la cooperazione e la diffusione di un modello di turismo sociale e responsabile. Un modello che possa contribuire alla ripresa economica e sociale del Paese, nel rispetto dell’ambiente e delle persone.

 

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Lun 26 Feb, 2024

iscrizioni aperte: Finanziamenti e crowdfunding per l’avvio e lo sviluppo di un’impresa

Iscrizioni ancora aperte per il webinar del 29 febbraio.
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Lun 26 Feb, 2024

Greenwashing: cos’è, come riconoscerlo e come evitarlo

Un fenomeno in crescita che minaccia la credibilità e la sostenibilità delle aziende e dei consumatori

Il greenwashing è una pratica scorretta che consiste nel presentare un’azienda, un prodotto o un servizio come ecologico, etico o sostenibile, quando in realtà non lo è. Si tratta di una forma di pubblicità ingannevole che sfrutta l’interesse e la sensibilità dei consumatori verso le tematiche ambientali e sociali.

Il termine greenwashing è nato negli anni '80, quando l’ambientalista statunitense Jay Westerveld denunciò le campagne di alcuni alberghi che invitavano i clienti a riutilizzare gli asciugamani per risparmiare acqua ed energia, mentre in realtà non adottavano alcuna misura concreta per ridurre il loro impatto ambientale.

Da allora, il fenomeno del greenwashing si è diffuso e amplificato, soprattutto con l’avvento dei social media e della comunicazione digitale, che hanno reso più facile e veloce diffondere messaggi e immagini a favore dell’ambiente, spesso senza alcuna verifica o certificazione.

Quali sono i rischi del greenwashing?

Il greenwashing non solo danneggia la fiducia dei consumatori, ma anche la reputazione e la competitività delle aziende che lo praticano. Infatti, il greenwashing può essere sanzionato dalle autorità competenti, come l’Antitrust, che possono infliggere multe salate o vietare la diffusione di messaggi pubblicitari falsi o ingannevoli.

Inoltre, il greenwashing può avere effetti negativi sul piano ambientale e sociale, in quanto distorce la percezione della realtà e impedisce di affrontare i veri problemi e le vere soluzioni. Il greenwashing può anche scoraggiare i consumatori a compiere scelte consapevoli e responsabili, facendoli cadere in una sorta di “falsa tranquillità” o di “illusione verde”.

Come difendersi dal greenwashing?

Per difendersi dal greenwashing, è necessario sviluppare un’attitudine critica e informata verso i messaggi e le informazioni che riceviamo dalle aziende e dai media. Alcuni consigli utili sono:

  • verificare la fonte e la credibilità delle informazioni, cercando di capire chi le ha prodotte e con quali scopi e interessi;
  • controllare la presenza e la validità di certificazioni, etichette, sigle o marchi che attestino la sostenibilità di un’azienda, di un prodotto o di un servizio, evitando di fidarsi di semplici slogan o immagini;
  • confrontare le informazioni con altre fonti indipendenti e affidabili, come associazioni di consumatori, organizzazioni ambientaliste, istituzioni pubbliche o accademiche, che possano fornire dati, analisi e opinioni oggettive e trasparenti;
  • approfondire le informazioni, cercando di capire quali sono gli impatti reali e le conseguenze di un’azienda, di un prodotto o di un servizio sul piano ambientale, sociale ed economico, sia a livello locale che globale.

Come riconoscere il greenwashing?

Il greenwashing si riconosce da alcuni segnali tipici della comunicazione ingannevole:

  • mancanza di prove o dati specifici che dimostrino quanto affermato;
  • presenza di informazioni e dati che si dichiarano certificati ma che non hanno il riconoscimento di enti autorizzati;
  • messa in evidenza di alcune caratteristiche isolate di quanto comunicato;
  • uso di informazioni vaghe o ambigue che generano confusione nei consumatori;
  • impiego di etichette false o alterate;
  • formulazione di dichiarazioni ambientali non veritiere.

 

Aziende virtuose e buone pratiche

Ci sono anche esempi di aziende che hanno dimostrato un reale impegno e una coerenza nella sostenibilità, adottando pratiche e strategie volte a ridurre il loro impatto ambientale e sociale, a creare valore per i propri stakeholder e a comunicare in modo trasparente e responsabile. Alcuni esempi sono:

  • la cooperativa agricola Alce Nero, che dal 1978 produce e distribuisce prodotti biologici e di qualità, rispettando i principi dell’agricoltura biologica, del commercio equo e solidale, della biodiversità e della filiera corta, e che si avvale di certificazioni e controlli indipendenti e rigorosi;
  • la società di energia elettrica Enel, che dal 2015 ha avviato un piano strategico per la decarbonizzazione, puntando sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, sull’efficienza energetica, sull’innovazione tecnologica e sulla mobilità elettrica, e che ha aderito agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e all’Accordo di Parigi sul clima;
  • la marca di cosmetici Lush, che dal 1995 produce e vende prodotti naturali, freschi, fatti a mano, cruelty-free e senza imballaggi, seguendo i valori dell’etica, della trasparenza, della solidarietà e dell’attivismo, e che coinvolge i propri clienti e dipendenti in campagne e iniziative a favore dell’ambiente e dei diritti umani.

La Tassonomia UE, uno strumento europeo contro il greenwashing

L’Europa è molto attenta alla questione e sta elaborando una normativa rigorosa su cosa si possa considerare green. La Tassonomia UE, votata dal Parlamento europeo nel 2020, ha aiutato a stabilire i criteri per determinare cosa sia realmente “un’attività economica ambientalmente sostenibile”.

La direttiva EU NFDR (Non Finance Reporting Directive) richiede poi che un numero sempre maggiore di aziende renda conto delle proprie attività sostenibili e dei risultati effettivi ottenuti mediante la dichiarazione non finanziaria delle imprese, mentre la SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) impone che i fondi comuni di investimento indichino il livello di conformità dei propri asset alla Tassonomia, come previsto dalla SFDR.

Tuttavia, secondo gli esperti, questo non è sufficiente, perché è essenziale che i sistemi di standardizzazione siano chiari e obbligatori il più possibile. Così come è fondamentale che i consumatori o gli investitori si documentino bene prima di acquistare un prodotto o uno strumento di investimento per le sue caratteristiche green. L’unico modo possibile è affidarsi solo a certificazioni oggettive e valide, evitando di credere a termini generici come “naturale” o “zero emissioni” (obiettivo peraltro praticamente irraggiungibile per qualsiasi tipo di prodotto o servizio).

Conclusioni

Il greenwashing è un fenomeno in crescita che rappresenta una sfida e una minaccia per la sostenibilità delle aziende e dei consumatori. Per contrastarlo, è necessario sviluppare una cultura e una consapevolezza critica e informata, che ci permetta di riconoscere e di scegliere le aziende, i prodotti e i servizi che siano veramente ecologici, etici e sostenibili. Solo così potremo contribuire a creare un futuro migliore per noi e per il pianeta.

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Lun 26 Feb, 2024

Start up agricole innovative e tecnologiche: le 9 idee che stanno cambiando il mondo

Come le nuove tecnologie, l’IA e le soluzioni creative stanno rivoluzionando il settore agricolo e contribuendo alla sostenibilità ambientale

L’agricoltura è uno dei settori più importanti e strategici per l’economia e la società, ma anche uno dei più esposti ai cambiamenti climatici e alle sfide ambientali. Per questo motivo, molte start up agricole innovative stanno emergendo in tutto il mondo, proponendo soluzioni tecnologiche e creative per rendere l’agricoltura più efficiente, produttiva, resiliente e sostenibile. In questo articolo, ti presentiamo 9 delle start up agricole innovative che stanno cambiando il mercato, selezionate tra quelle che hanno partecipato o si sono distinte in alcuni dei principali eventi e concorsi dedicati all’innovazione agricola.

Eventi e iniziative per incentivare lo sviluppo e l’imprenditoria agricola sostenibile

Uno di questi eventi è stato il Thought for Food (TFF) Challenge, una competizione globale che coinvolge giovani innovatori e imprenditori che vogliono creare soluzioni per sfamare il pianeta in modo sostenibile.

Un’altra fonte di ispirazione per le start up agricole innovative è stata l’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Brescia, che ha censito 98 start up italiane attive nell’innovazione tecnologica e digitale del settore agricolo e agroalimentare. 

Tra le tante start up agricole innovative che stanno emergendo e crescendo nel mondo, ne abbiamo scelte che ci sono sembrate particolarmente originali, efficaci e potenzialmente impattanti, raggruppate in base al tipo di soluzione che offrono per un’imprenditoria agroalimentare più sostenibile

Start up agricole innovative per l’agricoltura verticale e indoor

L’agricoltura verticale e indoor è una modalità di coltivazione che sfrutta lo spazio in altezza e in ambienti controllati, come serre, edifici o container, per produrre verdure e ortaggi freschi e nutrienti, senza l’uso di pesticidi, fertilizzanti o OGM. Questa soluzione permette di risparmiare acqua, energia e terreno, di ridurre le emissioni di CO2 e i trasporti, e di avvicinare i prodotti ai consumatori urbani. Alcune delle start up agricole innovative che si occupano di agricoltura verticale e indoor sono:

  • AeroFarms, una start up statunitense che ha sviluppato un sistema di agricoltura verticale, basato su coltivazioni idroponiche in ambienti controllati, senza l’uso di pesticidi, fertilizzanti o OGM. Questo sistema permette di risparmiare fino al 95% di acqua, di aumentare la resa fino a 390 volte e di ridurre l’impatto ambientale. AeroFarms ha realizzato la più grande fattoria verticale del mondo a Newark, nel New Jersey, e ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per la sua innovazione;
  • Bowery Farming, una start up statunitense che ha inventato un sistema di agricoltura indoor, che utilizza luce LED, sensori, robot e intelligenza artificiale per coltivare verdure fresche e nutrienti in spazi urbani. Il sistema consente di eliminare l’uso di pesticidi, di ridurre il consumo di acqua e di avvicinare i prodotti ai consumatori, garantendo una maggiore tracciabilità e sicurezza alimentare. Bowery Farming ha già aperto tre fattorie indoor a New York e nel New Jersey, e ha ricevuto il sostegno di importanti investitori;
  • Plenty, una start up statunitense che ha realizzato un sistema di agricoltura indoor su larga scala, che combina l’uso di luce LED, sensori, robot, intelligenza artificiale e machine learning per coltivare verdure in ambienti controllati, senza l’uso di pesticidi, OGM o suolo. Il sistema permette di ottenere raccolti più abbondanti, vari e nutrienti, con un minor consumo di acqua, energia e spazio. Plenty ha già aperto diverse fattorie indoor negli Stati Uniti e in Asia, e ha ricevuto il finanziamento di grandi aziende come Amazon, SoftBank e Driscoll’s;
  • Infarm, una start up tedesca che ha ideato un sistema di agricoltura urbana, che consiste in moduli verticali di coltivazione, installati in diversi luoghi della città, come supermercati, ristoranti, scuole e ospedali. I moduli sono dotati di tecnologie che regolano luce, temperatura, umidità e nutrienti, e sono collegati a una rete cloud, che monitora e ottimizza le condizioni di crescita delle piante. Infarm ha l’ambizione di creare una rete globale di fattorie urbane, che possano fornire cibo fresco, locale e sano a milioni di persone;
  • Cultivando Futuro, una start up colombiana che ha vinto il primo premio al TFF Challenge 2017, con il suo progetto di agricoltura verticale e sociale, che mira a creare una rete di coltivatori urbani che possano produrre e vendere verdure biologiche, usando una piattaforma digitale che li connette con i consumatori e con i servizi di supporto. Cultivando Futuro vuole contribuire a migliorare la sicurezza alimentare, la qualità della vita e la coesione sociale nelle aree urbane disagiate.

Start up agricole innovative per l’agricoltura di precisione e intelligente

L’agricoltura di precisione e intelligente è una modalità di coltivazione che si basa sull’uso di dati, sensori, droni, robot, intelligenza artificiale e altre tecnologie digitali per monitorare, analizzare e ottimizzare le attività e le decisioni degli agricoltori, migliorando l’efficienza, la produttività, la qualità e la sostenibilità delle colture. Alcune delle start up agricole innovative che operano con questa metodologia sono:

  • CropX, una start up israeliana che ha creato un sensore per l’irrigazione intelligente, che misura il livello di umidità, temperatura e conducibilità del suolo, e invia i dati a una piattaforma cloud, che calcola la quantità e il momento ottimali per irrigare le colture. Il sensore è facile da installare e da collegare a un’app mobile, che permette agli agricoltori di controllare e gestire l’irrigazione da remoto;
  • AppHarvest, una start up statunitense che si occupa di agricoltura indoor, che coltiva pomodori, fragole e altre verdure in grandi serre, usando luce solare, acqua piovana e tecniche idroponiche, senza l’uso di pesticidi, OGM o suolo. Attraverso il controllo e la raccolta svolta da droni e automazioni regolate dalle IA, la start up ha l’obiettivo di produrre cibo fresco, sano e sostenibile, e di distribuirlo nei mercati del Midwest e della costa orientale degli Stati Uniti, riducendo le emissioni e i trasporti. AppHarvest ha già aperto quattro fattorie indoor nel Kentucky, e ha ricevuto il sostegno di investitori come Martha Stewart e Jeff Ubben;
  • AgroSustain, una start up svizzera che ha sviluppato un trattamento naturale contro la muffa, che prolunga la durata e la freschezza dei prodotti agricoli, riducendo gli sprechi e i costi. Il trattamento si basa su un estratto vegetale, derivato da piante resistenti alla muffa, che inibisce lo sviluppo dei funghi patogeni. AgroSustain ha ottenuto la certificazione biologica e ha già collaborato con diversi partner commerciali in Europa;
  • Agrivi, una start up croata che ha creato un software cloud-based per la gestione agricola, che aiuta gli agricoltori a pianificare, monitorare e analizzare le loro attività, ottimizzando l’uso delle risorse e migliorando la qualità e la quantità dei raccolti. Il software offre anche soluzioni personalizzate per diversi tipi di colture, clima e mercato, e integra funzionalità di intelligenza artificiale e big data per fornire previsioni e suggerimenti.

Conclusioni

  1. Le start up agricole innovative presentate in questo articolo sono solo alcuni esempi di come le nuove tecnologie e le soluzioni creative stanno rivoluzionando il settore agricolo e contribuendo alla sostenibilità ambientale. 
  2. Queste start up rappresentano non solo delle opportunità di business, ma anche delle sfide e delle responsabilità per gli agricoltori, i consumatori, i policy maker e la società nel suo insieme. 
  3. L’agricoltura del futuro sarà sempre più digitale, intelligente, verde e circolare, e richiederà una maggiore collaborazione, innovazione e adattamento.
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Lun 26 Feb, 2024

Blue Economy: cos'è, come funziona e quali sono i vantaggi per l'Italia

Un modello di sviluppo sostenibile che valorizza le risorse marine e costiere, con esempi concreti di applicazione nel nostro Paese.

La Blue Economy è un concetto che sta guadagnando sempre più attenzione nel mondo, soprattutto in vista degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Ma di cosa si tratta esattamente? E quali sono i benefici che può portare all'Italia, un Paese circondato dal mare e ricco di biodiversità?

Cos'è la Blue Economy

La Blue Economy è un modello di sviluppo economico che si basa sullo sfruttamento sostenibile delle risorse marine e costiere, in armonia con la tutela dell'ambiente e della salute umana. Si tratta di un approccio innovativo e integrato, che considera il mare non solo come una fonte di materie prime, energia, cibo e turismo, ma anche come un elemento chiave per la regolazione del clima, la conservazione della biodiversità, la prevenzione dei rischi naturali e la coesione sociale.

Questo modello si propone di creare valore aggiunto, occupazione e benessere, riducendo al minimo gli impatti negativi sull'ecosistema marino e favorendo la sua resilienza e rigenerazione. Per farlo, si ispira ai principi dell'economia circolare, dell'innovazione tecnologica e della cooperazione tra i diversi attori coinvolti, a livello locale, nazionale e internazionale.

Come funziona la Blue Economy

La Blue Economy si articola in diversi settori, che possono essere raggruppati in tre categorie principali:

  • Settori tradizionali, che comprendono le attività storiche legate al mare, come la pesca, l'acquacoltura, il trasporto marittimo, il turismo costiero e le costruzioni navali. Questi settori rappresentano una parte significativa dell'economia marina, ma devono affrontare le sfide della sostenibilità ambientale, della competitività e della digitalizzazione;
  • Settori emergenti, che includono le attività che sfruttano le nuove opportunità offerte dal mare, come le energie rinnovabili marine, la biotecnologia blu, l'osservazione e la sorveglianza marina, la robotica e l'intelligenza artificiale applicate al mare, il turismo sostenibile e il patrimonio culturale marino. Questi settori hanno un forte potenziale di crescita, ma richiedono investimenti, ricerca e innovazione, e una regolamentazione adeguata;
  • Settori abilitanti, che riguardano le infrastrutture, i servizi e le competenze necessari per sostenere lo sviluppo della Blue Economy, come i porti, le reti di comunicazione, la formazione e l'istruzione, la governance e la pianificazione marittima. Questi settori sono fondamentali per creare le condizioni favorevoli alla Blue Economy, ma devono essere coordinati e armonizzati tra loro e con le altre politiche pubbliche.

Quali sono i vantaggi per l'Italia

L'Italia ha una posizione geografica privilegiata, con una costa di oltre 8.000 km e una superficie marina di circa 500.000 km2, pari a circa il 60% della sua superficie terrestre. Il mare rappresenta quindi una risorsa strategica per il nostro Paese, sia dal punto di vista economico che ambientale e sociale.

Secondo i dati del Rapporto 2020 sull'Economia del Mare, pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il valore aggiunto generato dalle attività marittime in Italia ammonta a circa 36 miliardi di euro, pari al 2% del PIL nazionale, e occupa oltre 600.000 persone. Tra i settori più rilevanti, spiccano il turismo costiero, con 17 miliardi di euro e 300.000 occupati, il trasporto marittimo, con 7 miliardi di euro e 100.000 occupati, e la pesca e l'acquacoltura, con 2 miliardi di euro e 50.000 occupati.

Tuttavia, il mare italiano offre ancora ampi margini di sviluppo, soprattutto se si considerano i settori emergenti e abilitanti della Blue Economy. Alcuni esempi di progetti e iniziative in corso nel nostro Paese sono:

  • InnBlue, un progetto finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca, che mira a creare una rete di centri di ricerca e innovazione dedicati alla Blue Economy, con l'obiettivo di promuovere la trasferibilità dei risultati scientifici e tecnologici alle imprese e alla società;
  • BlueMed, un'iniziativa strategica di cooperazione tra i Paesi del Mediterraneo, coordinata dall'Italia, che si propone di sviluppare una visione condivisa e un piano d'azione per la Blue Economy nel bacino mediterraneo, con particolare attenzione alla protezione dell'ambiente, alla sicurezza alimentare, alla salute umana e alla crescita inclusiva;
  • Blue Italian Growth (BIG), un programma lanciato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che intende valorizzare il patrimonio marino e costiero italiano, attraverso la promozione delle eccellenze nazionali nei settori della Blue Economy, sia a livello bilaterale che multilaterale.

 

Conclusione

La Blue Economy è un modello di sviluppo economico che offre grandi opportunità per l'Italia, un Paese fortemente legato al mare e alla sua cultura. Per cogliere queste opportunità, è necessario investire nella ricerca e nell'innovazione, nella formazione e nelle competenze, nella governance e nella cooperazione, nel rispetto dell'ambiente e della biodiversità. Solo così il mare potrà essere una fonte di ricchezza, benessere e sostenibilità per le generazioni presenti e future.

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Lun 26 Feb, 2024

Bando ISI: procedura di compilazione e registrazione delle domande dal 15 Aprile

Dal 15 aprile sarà attiva la procedura informatica per la compilazione e registrazione delle domande per l'Isi 2023, il bando per incentivare le imprese a realizzare progetti documentati per migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori rispetto alle condizioni preesistenti

L'INAIL ha annunciato che dal 15 aprile al 30 maggio 2024, alle ore 18:00, sarà possibile accedere alla procedura informatica per compilare e registrare le domande per l'Isi 2023.

Inoltre, il 30 maggio sarà comunicata la data di pubblicazione degli elenchi cronologici e, per le imprese non incluse negli elenchi NCD, saranno fornite le date di apertura e chiusura dello sportello informatico.

A partire dal mese di giugno, sarà possibile scaricare il token necessario per l'invio delle domande (click-day).

È importante sottolineare che l'obiettivo di questo Avviso è incentivare le imprese a realizzare progetti documentati per migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori rispetto alle condizioni preesistenti. Si vuole anche incoraggiare le micro e piccole imprese del settore della produzione primaria dei prodotti agricoli all'acquisto di nuovi macchinari e attrezzature di lavoro caratterizzati da soluzioni innovative per ridurre significativamente le emissioni inquinanti, migliorare il rendimento e la sostenibilità complessiva, e contemporaneamente ridurre il livello di rumorosità e il rischio infortunistico derivante da operazioni manuali.

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Lun 26 Feb, 2024

Sconti fiscali per coltivatori diretti e Imprese Agricole: Redditi fino a 15.000 Euro

Sconti fiscali per il settore agricolo: la modifica introdotta da decreto Milleproroghe

In sintesi, i redditi derivanti dalla proprietà fondiaria e da attività agricole condotte da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali saranno esenti fino a 10.000 euro e ridotti del 50% fino a 15.000 euro. Le società agricole che hanno optato per la tassazione basata sul valore catastale non potranno usufruire di tali agevolazioni. Questa misura è attualmente limitata al biennio 2024-2025.

Negli ultimi tempi, il settore agricolo ha espresso preoccupazione riguardo alle politiche economiche nazionali ed europee che potrebbero aiutare un settore in crisi ma di cruciale importanza per l'economia.

A livello nazionale, c'è una crescente richiesta di agevolazioni fiscali per gli agricoltori al fine di mitigare gli aumenti dei costi di produzione. Questa esigenza è stata amplificata dalla cessazione, dal 1° gennaio 2024, delle precedenti agevolazioni che esentavano i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali dalla tassazione dei loro redditi.

Il decreto Milleproroghe (D.L. n. 215/2023) cerca di rimediare a questa situazione, anche se l'agevolazione è stata ridotta rispetto al passato per motivi di bilancio.

Esaminiamo la nuova disposizione introdotta durante il processo di conversione del decreto in legge.

Soggetti Interessati:

Questa agevolazione si applica solo ai soggetti di minori dimensioni nel settore agricolo, ovvero i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali. I coltivatori diretti sono coloro che si dedicano direttamente e abitualmente alla coltivazione del terreno, impiegando una forza lavoro non inferiore a un terzo di quella richiesta normalmente per la gestione del fondo. Gli imprenditori agricoli professionali sono coloro che dedicano almeno il 50% del proprio tempo di lavoro e ottengono almeno il 50% del reddito globale da attività agricole.

Questi soggetti possono usufruire dell'agevolazione solo se sono iscritti alla previdenza agricola.

Agevolazioni non Applicabili:

Le imprese agricole strutturate e di maggiori dimensioni non possono beneficiare di queste agevolazioni. Questo include le società che hanno optato per il regime di tassazione basato sul valore catastale.

Dettagli dell'Agevolazione:

Rispetto al passato, l'esenzione dall'IRPEF è stata limitata. I redditi dominicali e agrari dei soggetti sopra indicati concorrono alla formazione del reddito complessivo secondo i seguenti limiti:

  • Fino a 10.000 euro: esenzione totale;
  • Da 10.000 a 15.000 euro: riduzione del 50%;
  • Oltre 15.000 euro: tassazione al 100%.

L'agevolazione è valida solo per il biennio 2024-2025, anche se è possibile un'estensione negli anni successivi, come indicato dalle stime sull'impatto fiscale per gli anni 2026 e 2027.

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Lun 26 Feb, 2024

FORUM TRANSIZIONE DIGITALE 2024

INNOVAZIONE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE NEL SETTORE PUBBLICO: DAL CONTROLLO DELLA SPESA AL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA' DEL LAVORODEI DIPENDENTI PUBBLICI

Si terrà a Roma il 4 aprile 2024, la quarta edizione del Forum Transizione Digitale, l'appuntamento italiano della transizione digitale nelle aziende e nella Pubblica Amministrazione, che si svolgerà presso Palazzo dell'Informazione (sede del Gruppo Adnkronos) in collaborazione con SAP Concur.
L'evento si terrà dalle ore 16:00 alle ore 17:30.

Info:

Federico Morganti

Content & Relations Design Officer

For Human Relations

e-mail: federico.morganti@comunicazioneitaliana.it 

tel. +39 320 7561724

Roma - via Alessandro Trotter 3

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Lun 26 Feb, 2024