Imprenditoria e cambiamento
“Le Camere di Commercio [...] svolgono [...] sulla base del principio di sussidiarietà [...] funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese, curandone lo sviluppo nell'ambito delle economie locali” (art. 1 Decreto Legislativo 15 febbraio 2010, n. 23, modifiche alla legge 29 dicembre 1993, n. 580).
La legge che disciplina natura e funzioni delle CdC pone l'accento anzitutto su tre elementi costitutivi del nostro sistema economico-sociale, richiamando il dettato della Costituzione:
- la valorizzazione dell'iniziativa economica, cui è garantita piena libertà e a cui sono riconosciuti interessi specifici,
- il radicamento dell'attività d'impresa nel territorio di cui è espressione (di qui la previsione di "servizi di prossimità" come quelli erogati dalle CdC),
- la necessaria coerenza e armonia tra sviluppo imprenditoriale e progresso socio-culturale (all'articolo 41 "L'iniziativa economica [...] non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale" e all'art. 4 "Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. ).
I richiami al "lavoro in proprio" sono frequenti e di grande rilevanza e tuttavia è curioso che nel nostro sistema giuridico esista la definizione di imprenditore ma non di impresa: dal quadro normativo sopra richiamato, possiamo trarne una prima definizione almeno nella sua diemnsione sociale, secondo cui l'impresa è quell'entità/soggettività in grado di perdurare nel tempo e in un luogo, attraverso la creazione di valore e la sua distribuzione all’interno della comunità.
La creazione di valore non consiste nella semplice ridistribuzione dei profitti, ma nel fornire alla società gli strumenti e le conoscenze per garantirne il progresso.
Riduttivo e ingiusto pensare che questa definizione sia esclusiva di alcune tipologie di impresa (cooperative, consorzi, società benefit ...):storicamente, è particolarmente significativo il ruolo svolto dalle piccole imprese ed in particolare dalle botteghe artigiane che hanno profondamente contribuito ai processi di sviluppo urbano, nonché di presidio e rigenerazione territoriale, ben oltre la mera questione produttiva.
Questo discorso si intreccia con il concetto più attuale di "vision" aziendale: la visione si riferisce a dove l’impresa si prefigge di arrivare nel futuro, identificando l’obiettivo che si prefigge di raggiungere. Una visione aziendale moderna richiede, perciò, la creazione di un futuro possibile e desiderabile partendo dai punti di forza e dalle risorse distintive, tenendo conto dei valori, della sensibilità e dei bisogni dell'ambiente in cui è inserita.
Il legame fra tradizione e innovazione diviene quindi il filo logico che vede l’impresa affrontare le trasformazioni in atto, nel sistema generale oltre che nel proprio mercato, attraverso la messa in discussione dello stato "in essere" e la ricerca continua di nuove soluzioni necessarie per affrontare il cambiamento.
In altre parole, la tradizione e il passato dell’impresa non sono slegate dallo stato presente, ma rappresentano le radici per ripensare gli approcci e sviluppare le strategie future.
In questa ottica, la Cultura d'Impresa - e con questa lo stesso significato di "rischio" inteso non già come possibile fallimento ma come opportunità di cambiamento - è un patrimonio che si costruisce nel tempo, è dinamico e si sviluppa insieme all’azienda. Ha a che fare intrinsecamente con l’innovazione e più in generale con il rinnovamento.
La Cultura d’Impresa quindi è per definizione, seguendo questa prospettiva, una buona leva per ripartire con un nuovo sprint in tempo di incertezza e instabilità e nel perdurante di una condizione di crisi in cui versa più o meno gravemente l’Italia ormai da un decennio: l'autoaffermazione personale – oltrechè professionale – e la meritocrazia sono valori propri della Cultura d'impresa che devono essere messi al centro delle strategie pubbliche e dunque anche della Camera di Commercio per (r)innovare il nostro modello sociale, garantendo soprattutto lo spazio adeguato al servizio dei talenti delle nuove generazioni ed alla loro giusta ricerca di autoaffermazione.
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