Studi e ricerche

Fondo rotativo imprese turistiche

FONDO ROTATIVO IMPRESE TURISTICHE (FRI)

Incentivi per interventi di riqualificazione energetica delle imprese turistiche. Intervento nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

RIAPERTURA FINESTRA DI PRESENTAZIONE DOMANDE DI CONTRIBUTO

Le domande possono essere presentate a partire dalle ore 12:00 del giorno 01/07/2024 alle ore 12:00 del giorno 31/07/2024

Beneficiario

A chi è rivolto il bando?

Sono beneficiari dell'agevolazione imprese alberghiere, strutture che svolgono attivita' agrituristica, strutture ricettive all'aria aperta, nonche' imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, ivi compresi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici, i parchi tematici.

Sono soggetti beneficiari anche le imprese titolari del diritto di proprieta' delle strutture immobiliari in cui viene esercitata l'attivita' imprenditoriale.

Agevolazione

Quali sono le agevolazioni previste?

Contributi a fondo perduto e Finanziamenti agevolati.

Il contributo diretto alla spesa e' concedibile nella misura massima del 35 per cento delle spese e dei costi ammissibili, nel limite di spesa complessivo di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 e 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025, con una riserva del 50 per cento dedicata agli interventi volti al supporto degli investimenti di riqualificazione energetica.

A copertura della quota di investimenti non assistita dal contributo diretto alla spesa e dall'eventuale quota di mezzi propri o risorse messe a disposizione dagli operatori economici, e' prevista la concessione di finanziamenti agevolati con durata fino a quindici anni, comprensivi di un periodo di preammortamento massimo di trentasei mesi, nei limiti delle risorse disponibili

Scadenza

Quali sono i termini per la presentazione delle domande?

Domande presentabili entro il 31/12/2025.

RIAPERTURA DEI TERMINI PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DI CONTRIBUTO

Le domande possono essere presentate a partire dalle ore 12:00 del giorno 01/07/2024 alle ore 12:00 del giorno 31/07/2024.

Interventi ammessi

Quali sono i progetti finanziabili?

Il Fondo concede contributi diretti alla spesa per gli interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale di importo non inferiore a 500mila euro e non superiore a 10 milioni di euro, realizzati entro il 31 dicembre 2025.


INTERVENTI AMMISSIBILI

  •  Riqualificazione energetica delle strutture di cui al decreto del Ministero dello sviluppo economico 6 agosto 2020, ivi compresa la sostituzione integrale o parziale dei sistemi di condizionamento in efficienza energetica dell’aria;
  • Interventi di cui all’articolo 16-bis, comma 1, lettera i), del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, recante il Testo unico delle imposte sui redditi, di riqualificazione antisismica
  •  Interventi di eliminazione delle barriere architettoniche, in conformità alla legge 9 gennaio 1989, n. 13, e al decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 503;
  •  Interventi edilizi di cui all’articolo 3, comma 1, lettere b), c), d) ed e.5), del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 funzionali alla realizzazione degli interventi di cui alle lettere a) e b);
  • Interventi di realizzazione di piscine termali e acquisizione di attrezzature e apparecchiature per lo svolgimento delle attività termali, relativi alle strutture di cui all’articolo 3 della legge 24 ottobre 2000, n. 323;
  • Interventi per la digitalizzazione previste dall’articolo 9, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106;
  • Interventi di acquisto/rinnovo di arredi;
  •  Interventi riguardanti i centri termali, i porti turistici, i parchi tematici, inclusi i parchi acquatici e faunistici

     

SPESE AMMISSIBILI

  • Servizi di progettazione, nella misura massima del 2%;
  • Suolo aziendale e sue sistemazioni, nella misura massima del 5% dell’importo complessivo ammissibile del Programma d’investimento;
  •  Fabbricati, opere murarie e assimilate, nella misura massima del 50% dell’importo complessivo ammissibile del Programma d’investimento;
  •  Macchinari, impianti e attrezzature varie, nuovi di fabbrica;
  • Spese per la digitalizzazione, esclusi i costi relativi alla intermediazione commerciale, nella misura massima del 5%
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Ven 26 Lug, 2024

Bando Agrisolare, incentivi fotovoltaico fino 80% di Contributi fondo perduto per le imprese agricole

Bando Agrisolare 2024: Contributi fino all' 80% per fotovoltaico Imprese Agricole.

IN ATTESA DI RIAPERTURA NUOVA EDIZIONE 2024. DATA PROBABILE DI APERTURA TRA AGOSTO E OTTOBRE 2024

La Misura prevede un fondo perduto per l'acquisto e posa in opera di pannelli fotovoltaici sui tetti di fabbricati strumentali all'attività delle imprese agricole.

Il Contributo a fondo perduto parte dal 50%, sale al 65% e arriva fino all'80% delle spese. E' previsto un importo supplementare per chi deve rimuovere l'eternit - amianto dal tetto del capannone.

Beneficiario

Chi sono i beneficiari dell'agevolazione?

a) gli imprenditori agricoli, in forma individuale o societaria;

b) le imprese agroindustriali - zootecnico

c) le cooperative agricole che svolgono attività agricola o loro consorzi.

 

Contributo a fondo perduto :

  • 80% di contributo a fondo perduto per le imprese agricole di produzione primaria su tutto il territorio nazionale nei limiti dell'autoconsumo, con la nuova fattispecie dell'"autoconsumo condiviso". Dotazione finanziaria pari a circa 700 milioni di euro;
  • 80% di contributo a fondo perduto e possibilità di vendita dell'energia prodotta sul mercato, senza vincolo di autoconsumo, per le imprese di trasformazione di prodotti agricoli. Dotazione finanziaria pari a circa 150 milioni di euro;
  • 50% di contributo a fondo perduto (inclusa la maggiorazioni per piccole imprese e per aree svantaggiate) e possibilità di vendita dell'energia prodotta sul mercato, senza vincolo di autoconsumo, per le imprese agricole di produzione primaria. Dotazione finanziaria pari a circa 75 milioni;
  • 50% di contributo a fondo perduto (inclusa la maggiorazioni per piccole imprese e per aree svantaggiate) e possibilità di vendita dell'energia prodotta sul mercato, senza vincolo di autoconsumo, per le imprese della trasformazione da agricolo in non agricolo.
  • 65% per le imprese agricole appartententi alle Regioni del Sud, senza vincolo di autoconsumo, con la possibilità di vendita dell'energia prodotta sul mercato (Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Le risorse, a valere sui fondi del PNRR, ammontano a euro 1.500.000.000, di cui una quota pari ad almeno il 40% è destinata al finanziamento dei progetti da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Le risorse complessivamente stanziate sono così suddivise:

  • 1.200 milioni di euro sono destinati agli interventi realizzati dalle aziende agricole attive nella produzione agricola primaria;
  • 150 milioni di euro sono destinati agli interventi realizzati dalle aziende agricole attive nel settore della trasformazione di prodotti agricoli;
  • 150 milioni di euro sono destinati agli interventi realizzati da aziende attive nel settore della trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli.

Interventi ammessi

SPESE AGEVOLABILI:

Sono ammissibili investimenti per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica solare fotovoltaica nel settore agricolo e agroindustriale, escludendo il consumo di suolo.

  • installazione di impianti fotovoltaici nuovi
  • rimozione e smaltimento amianto dai tetti
  • realizzazione dell'isolamento termico dei tetti
  • realizzazione di un sistema di aerazione connesso alla sostituzione del tetto
  • acquisto delle batterie di accumulo

Interventi che consistono nell'acquisto e posa in opera di pannelli fotovoltaici sui tetti di fabbricati strumentali all'attività delle imprese beneficiarie. Unitamente a tale attività, possono essere eseguiti uno o più interventi complementari di riqualificazione dei fabbricati ai fini del miglioramento dell'efficienza energetica delle strutture quali la rimozione e lo smaltimento dell'amianto dai tetti, la realizzazione dell'isolamento termico dei tetti e la realizzazione di un sistema di aerazione.

Congiuntamente alla realizzazione dell'impianto fotovoltaico, con potenza di picco non inferiore a 6 kWp e non superiore a 500 kWp, sarà possibile richiedere un contributo per l'installazione di sistemi di accumulo di energia elettrica e/o di dispositivi di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile.

 

Piu' in dettaglio sono spese ammissibili le spese per:

  • l’acquisto e la posa in opera di pannelli fotovoltaici sulle coperture di fabbricati strumentali all’attività dei Soggetti beneficiari, ivi compresi quelli destinati alla ricezione ed ospitalità nell’ambito dell’attività agrituristica e unitamente a tale attività possono essere eseguiti 
  • uno o più dei seguenti interventi di riqualificazione ai fini del miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture
  • rimozione e smaltimento dell’amianto (o, se del caso, dell’eternit) dai tetti, in conformità alla normativa nazionale di settore vigente (tale procedura deve essere svolta unicamente da ditte specializzate, iscritte nell’apposito registro); 
  • realizzazione dell’isolamento termico dei tetti. La relazione tecnica del professionista abilitato dovrà descrivere e giustificare la scelta del grado di coibentazione previsto in ragione delle specifiche destinazioni produttive del fabbricato, anche al fine di migliorare il benessere animale; 
  • realizzazione di un sistema di aerazione connesso alla sostituzione del tetto (intercapedine d’aria). La relazione del professionista dovrà dare conto delle modalità di aereazione previste in ragione della destinazione produttiva del fabbricato; a ogni modo, il sistema di areazione dovrà essere realizzato mediante tetto ventilato e camini di evacuazione dell’aria, anche al fine di migliorare il benessere animale.
  • acquisto delle batterie di accumulo: fino ad un massimo di 100.000 euro di spesa aggiuntiva.

 

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Ven 26 Lug, 2024

IGP artigianali e industriali, 30mila euro per le associazioni dei produttori

È stato pubblicato il decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy per l’accesso al contributo sulle spese di consulenza tecnica sostenute dalle associazioni di produttori che devono redigere il disciplinare sui prodotti tipici artigianali e industriali. 

Si tratta di un bando che interessa le piccole e medie imprese che possono così accedere a un sostegno per ottenere la certificazione IGP

Viene resa operativa la misura di cui all’articolo 46 della Legge sul Made in Italy n. 206 del 2023 e al decreto dei Ministeri delle Imprese e dell'Economia che definisce i criteri per la concessione dei contributi alle imprese per i prodotti IGP UE artigianali e industriali. 

I contributi previsti coprono fino all’80 per cento delle spese ammissibili, con un massimo di 30mila euro per beneficiario.

Domande da presentare nel periodo compreso tra il 16 settembre e il 31 ottobre prossimi.

 

Consulta il documento

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Ven 26 Lug, 2024

Riprende la voglia di fare impresa in Italia nel secondo trimestre 2024

Secondo l’analisi trimestrale Movimprese condotta da Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio tra aprile e giugno 2024 il saldo positivo tra aperture e chiusure di imprese vede un incremento di 29.489 attività, con un risultato superiore a quello dello stesso periodo dell'anno scorso. Uno degli elementi chiave di questa crescita è stato l’aumento delle iscrizioni, che hanno toccato quota 81.456, registrando una ripresa di 2.179 unità rispetto allo stesso trimestre del 2023. 

Sul fronte opposto le cessazioni hanno raggiunto le 51.967 unità, segnando un incremento rispetto alla media storica e il quinto aumento consecutivo in cinque anni.


L'incremento è trainato dal Sud Italia, che si conferma un importante motore di crescita, con un saldo positivo di 9.084 nuove imprese e un tasso di crescita dello 0,44 per cento, in linea con quello registrato nel medesimo periodo dell'anno precedente, ma inferiore a quello medio nazionale (+0,5 per cento). 

Anche il Nord-Ovest e il Centro Italia hanno mostrato performance positive, sia nei valori assoluti (+8.671 e +6.348 imprese) che nei tassi di crescita rispettivamente dello 0,56 per cento e dello 0,51 per cento. Al top la Lombardia, che si conferma la regione più dinamica, con un saldo positivo di 6.483 imprese, seguita dal Lazio, che ha visto un incremento di 3.851 nuove imprese. Dall'altra parte, la Sardegna (+0,02 per cento), che registra il dato peggiore, l’Umbria (+0,27 per cento) e la Basilicata (+0,32 per cento).

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Ven 26 Lug, 2024

ITALIA: IL SETTORE BIOLOGICO CRESCE E SI AVVICINA AL TARGET 2030

Secondo il rapporto "Bio in cifre" di Ismea, nel 2023 il numero di ettari dedicati all’agricoltura biologica è cresciuto del 4,5%, mentre il numero di operatori è aumentato dell’8%, raggiungendo quota 94.441. 

Complessivamente, l’Italia conta ora 2,5 milioni di ettari coltivati a biologico, pari a quasi il 20% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU).
Il Sud mantiene ancora la percentuale più alta di superficie biologica con il 58%.

Il rapporto Ismea evidenzia che il 42,1% delle colture biologiche sono seminativi, seguiti da prati e pascoli (29,7%), colture permanenti (22,8%) e ortaggi (2,5%).
Le coltivazioni ortive hanno mostrato una crescita più moderata, mentre le coltivazioni permanenti sono rimaste stabili, nonostante i cali di viti, agrumi e frutta fresca, compensati dagli aumenti in ulivi e frutta in guscio.

I consumi nella GDO hanno raggiunto i 3,8 miliardi di euro, con un aumento del 5,2% rispetto al 2022, nonostante i volumi siano rimasti invariati.
Il settore biologico intende continuare a crescere per raggiungere il target del 25% di superficie agricola biologica entro il 2030, come previsto dalla Strategia Farm to Fork dell'Unione Europea.

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Ven 26 Lug, 2024

Transizione 5.0, a breve via alle procedure per i crediti d’imposta

Al più tardi entro Ferragosto, dovrebbero diventare operative le regole per permettere alle aziende di ottenere i crediti d’imposta legati al piano di Transizione 5.0

Potranno ottenere i crediti le imprese che investiranno in progetti di transizione e innovazione, capaci di assicurare risparmi energetici nella produzione. Ci sono dei paletti: l’aliquota non potrà superare il 45% di un tetto massimo di spesa non superiore a 50 milioni di euro per ciascun soggetto beneficiario.I progetti ammessi sono quelli avviati a partire dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025. La richiesta spetta alle imprese con residenza nel territorio in Italia e alle stabili organizzazioni di soggetti non residenti. 

Non importa quale sia la loro forma giuridica, il loro settore, il loro regime fiscale o la loro dimensione. Una volta che saranno resi noti i dettagli, i crediti d’imposta andranno chiesti attraverso l’apposita piattaforma Transizione 5.0 sul sito del Gestore Servizi Energetici (Gse), autenticandosi tramite credenziali Spid e inoltrando i modelli.

Quali sono i documenti necessari?
La comunicazione preventiva con le informazioni generali sul progetto di transizione – compresa la data di inizio e di completamento - e la perizia asseverata che metta nero su bianco gli obiettivi di risparmio energetico. A quel punto sarà il Gse a dover fare le verifiche opportune. Poi, entro 5 giorni, dovrò comunicare all’impresa interessata quale sarà l’importo del suo credito d’imposta

Per l'impresa partiranno 30 giorni entro cui dovrà trasmettere nuove comunicazioni intermedie sul suo piano di investimenti. Qui bisognerà dichiarare che si ha speso non meno del 20% in acconto. Entro il 31 dicembre 2024 andrà inviata una comunicazione relativa all’effettuazione degli ordini accettati dal venditore con pagamento a titolo acconto, in misura almeno pari al 50 per cento del costo di acquisizione.
 

A seguito del completamento del progetto di innovazione, e in ogni caso entro il 28 febbraio 2026, l’impresa trasmette la comunicazione di completamento contenente le informazioni necessarie a individuare il progetto di innovazione completato, inclusa la data di effettivo completamento, l’ammontare agevolabile degli investimenti effettuati e l’importo del relativo credito d’imposta, nonché l’attestazione del rispetto degli obblighi previsti nell’ambito del Pnrr. 
 

Si aggiungono una certificazione sul raggiungimento dei risultati annunciati all’inizio della procedura, una perizia asseverata sulla interconnessione tra i beni strumentali acquistati e il sistema di gestione della produzione, una certificazione contabile sul sostenimento delle spese sostenibili. 
 

Entro 10 giorni dalla presentazione della comunicazione di completamento, il GSE, dopo le opportune verifiche, comunica all’impresa l’importo del credito d’imposta utilizzabile in compensazione, che non potrà  eccedere l’importo del credito d’imposta prenotato.


Il credito d’imposta si potrà utilizzare solamente in compensazione, dopo 10 giorni dalla comunicazione di fine investimento. Andrà speso - anche in più di una quota - entro il 31 dicembre 2025.

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Ven 26 Lug, 2024

Decontribuzione al Sud, prorogato al 31 dicembre l’esonero contributivo

La Commissione europea ha dato il via libera per la proroga da parte di Bruxelles. L’aiuto però sarà valido solo per le assunzioni effettuate entro il 30 giugno 2024 da parte delle aziende che hanno sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

La misura copre tutti i rapporti di lavoro dipendente e si tratta di uno sgravio sui contributi previdenziali, a cui vanno esclusi i premi e i contributi INAIL. Non è previsto un massimale di sgravio contributivo individuale e non vi rientrano, invece, tutti quei rapporti di lavoro nel settore del lavoro domestico, della finanza e dell'agricoltura.

 In origine l’esonero contributivo era nato per contenere gli effetti della pandemia di Covid-19 ed è stato finanziato dal programma operativo nazionale Sistemi di politiche attive per l'occupazione (Spao) finanziato dal Fondo sociale europeo, e con risorse dal React-Eu.  Non proprio un'idea dell'attuale governo.

 

La proroga riguarderà il 2024 ma la misura verrà rimodulata e resa strutturale.

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Ven 26 Lug, 2024

“Economie Abitanti”, il percorso per progetti d’impresa che rigenerano economie, territori e comunità

Appenninol’Hub, incubatore d’impresa e innovazione per Aree Interne e Comunità, mette a disposizione di startup innovative, imprese, cooperative e comunità, competenze e strumenti per costruire insieme nuovi modelli di economia.

Appenninol’Hub, incubatore d’impresa e innovazione per Aree Interne e Comunità, mette a disposizione di startup innovative, imprese, cooperative e comunità, competenze e strumenti per costruire insieme nuovi modelli di economia.

Giunta alla sua terza edizione, “Economie Abitanti” offre un programma completo e gratuito, un unico percorso di formazione e accompagnamento all’avvio di impresa, per Imprese Abitanti capaci di generare economie solide e responsabili.

Questa call non è solo un corso di formazione, ma un percorso di accompagnamento che mette al centro la “persona” e le Comunità per accompagnarle dallo sviluppo dell’idea all’analisi della sua fattibilità e presentazione a partner e investitori.

La Call raccoglie candidature da tutto il territorio nazionale proposte da team e Comunità desiderosi di realizzare la propria idea di business responsabile.

Si rivolge, in particolare, a:

  • gruppi informali ancora non costituiti in forme giuridiche (abitanti, comunità, comitati e comitati turistici, etc..)
  • realtà già costituite (coop. di comunità, coop.ve, altre forme giuridiche) che vogliono sviluppare o evolvere il loro progetto o trasformare la loro natura giuridica (associazioni, Pro Loco)
  • startupper con un progetto di economica sociale e/o civile
  • liberi professionisti che vogliono mettersi in gioco con progetti a ricaduta sulla comunità.

Il programma è gratuito e vi si accede dopo aver superato una Selezione, che si concluderà entro fine settembre 2024.

Queste le unità didattiche della prossima edizione:

  • Attivare Comunità: Strategie di Innovazione Sociale, Strumenti e Reti
  • Capitale Umano, Team Building, Creatività e Comunicazione
  • Design e Progettazione di una Impresa solida ad Impatto Sociale
  • Finanziamenti, Impact investing e strumenti di gestione dell’Impresa
  • Misurare e Comunicare i risultati d’impatto prodotti
  • Approfondimenti di settore (turismo, cultura, ristorazione e panificazione, agricoltura e forestazione, etc…)
  • Accompagnamento | Meeting di consulenza individuale durante tutto il percorso
  • Meeting | Team Building, Creatività e pensiero laterale
  • Reti | Meeting con Case histories ed Enti pubblici e privati da tutto il paese

Il percorso prevede due fasi:

  • La prima fase, della durata di 4 mesi (da ottobre a gennaio), prevede incontri di formazione, attività laboratoriali, sessioni di approfondimento con esperti, mentor e advisor, momenti di revisione individuale.
  • La fase successiva, della durata dei tre mesi (a partire da febbraio 2025), è caratterizzata da incontri individuali con il team di progetto per la definizione dell’idea d’impresa e del suo piano di sviluppo.

A conclusione del percorso è previsto un evento pubblico, Pitch Day, in cui le idee partecipanti vengono presentate a una platea di sostenitori e investitori.

La call resterà aperta fino a metà settembre. Per iscriversi e avere ulteriori informazioni consultare la presentazione a questo link.

Nelle due edizioni precedenti sono stati raccolti oltre 250 progetti candidati da 10 regioni e 50 sono divenute imprese di comunità. È abruzzese, tra l’altro, l’impresa vincitrice dell’edizione 2022/2023: Appennini for All.

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Mer 24 Lug, 2024

Quanto vale la bioeconomia in Italia

Nel 2023 ha generato 437,5 miliardi di euro

La bioeconomia italiana ha registrato nel 2023 un valore della produzione di 437,5 miliardi di euro, con un aumento di 9,3 miliardi rispetto al 2022. Questo settore impiega circa due milioni di persone e rappresenta il 10% dell'economia nazionale: l’Italia si posiziona così al secondo posto dopo la Spagna (11%) in termini di incidenza percentuale sul PIL. Nel 2023 sono state censite 808 startup innovative nel settore bioeconomico, pari al 6,6% delle imprese registrate nel relativo registro. La maggior parte di queste startup opera nella ricerca e sviluppo (45%) e nel settore agri-food (25%). La filiera agro-alimentare gioca un ruolo centrale nella bioeconomia italiana, rappresentando circa il 63% del settore. Le imprese italiane del settore agroalimentare si distinguono per l'alto tasso di innovazione di prodotto (20%) e di processo (36%), superando la media dell'UE27 rispettivamente di 8 e 15 punti percentuali.

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Mar 23 Lug, 2024

Cosa succede a debiti e crediti pendenti dell’azienda dopo la cancellazione dal registro delle imprese?

Alla cancellazione dal registro delle imprese i creditori sociali insoddisfatti possono far valere i propri diritti, ecco come.

In base a quanto stabilito dalla Cassazione, la società di capitali e/o di persone si estingue nel momento in cui avviene l’iscrizione della cancellazione nel registro delle imprese.
La cancellazione di una società dal registro delle imprese porta quindi all’estinzione della stessa. Ci sono tuttavia due eccezioni.
Si tratta delle ipotesi in cui la società possa essere dichiarata fallita entro un anno dalla cancellazione oppure possano essere contestati alla società debiti di natura tributaria entro 5 anni dalla cancellazione. 

I residui passivi successivi alla cancellazione sono regolamentati dall’art. 2495, comma 2, cc, in base al quale i creditori sociali possono far valere le proprie pretese nei confronti di altri soggetti (soci e/o liquidatori) a determinate condizioni. L’estinzione delle obbligazioni in capo alla società non è automatica, per assicurare la tutela dei creditori sociali ed evitare che la cancellazione dal registro delle imprese possa diventare un mezzo per eludere il pagamento dei debiti contratti nei confronti dei terzi. Questi ultimi possono vantare un’azione civile per il recupero dei loro crediti verso i soci e i liquidatori. 

Se in seguito alla cancellazione risultano crediti o i beni residui, questi possono non essere ricompresi nel bilancio finale di liquidazione. In tali casi potrebbero trasferirsi agli ex soci, in base alla quota/partecipazione che ciascun socio deteneva prima dell’estinzione e di conseguenza i creditori sociali, per poter trarre soddisfazione, potranno dunque rivalersi contro questi ultimi pro quota

Qualora invece risultassero non presenti a bilancio dei debiti sociali (sopravvenienze passive), i creditori sociali potranno agire nei confronti degli ex soci, ciascuno per la propria quota di liquidazione, o verso i liquidatori in colpa ex art. 2495, comma 2, cc.

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Lun 22 Lug, 2024