Studi e ricerche

Che cosa spinge a fondare una startup?

Impatto sulla società e autonomia vengono prima dei soldi

Un sondaggio condotto da Startup Geeks su 800 partecipanti al programma Startup Builder, rivela che le principali motivazioni che spingono a fondare una startup sono l'impatto sociale (43,4%) e l'autonomia lavorativa (28,8%), seguite solo al terzo posto dalla motivazione economica (9,6%). Gli obiettivi personali prevalgono anche tra le aspirazioni: il 36% mira alla realizzazione personale, il 20,6% a sfide stimolanti e solo il 19,3% all'indipendenza finanziaria. L'identikit dei futuri imprenditori italiani mostra un'età media di 34 anni, con prevalenza nella fascia 26-35. La spinta spesso nasce da esperienze personali, più che da intuizioni improvvisate. Tra gli ostacoli principali vi sono la mancanza di tempo, il timore di non essere all'altezza e la scarsa fiducia dell'ambiente circostante. Infine, chi intraprende questo percorso mostra consapevolezza delle competenze da acquisire: prima fra tutte la validazione dell'idea, seguita da modello di business, gestione finanziaria e marketing.

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Mer 25 Giu, 2025

L’Umbria e l’Economia della Coesione

I dati del rapporto presentato dalla Fondazione Symbola per il 2024

L’Umbria si distingue per un tessuto imprenditoriale coeso e collaborativo, con un’alta propensione alla relazione tra imprese, lavoratori e territorio. Secondo il rapporto Symbola 2024, il 40% delle aziende manifatturiere umbre è "coeso", superando la media nazionale, nonostante la regione rappresenti solo l’1,5% dell’economia italiana.

Il Nord dell’Umbria, in particolare Perugia, mostra una forte vitalità relazionale, mentre il Sud – segnato da deindustrializzazione – necessita di rilancio. La regione vanta anche un capitale sociale attivo, con alti livelli di partecipazione civica e attenzione ambientale, elementi chiave per un’economia sostenibile e innovativa.

Tuttavia, la natalità d’impresa è bassa (17° posto in Italia), e il valore aggiunto pro capite resta inferiore rispetto alle regioni più sviluppate. La sfida è trasformare il potenziale relazionale e sociale in crescita economica concreta.

Il rapporto individua cinque leve strategiche: rafforzare i legami tra scuola e impresa, premiare le aziende coesive, investire nel Sud Umbria, valorizzare le best practice locali e puntare su settori come green economy, turismo lento e manifattura di qualità.

Come sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Giorgio Mencaroni, l’Umbria non è in ritardo: è semplicemente poco raccontata. Serve una nuova narrazione che dia visibilità a chi già costruisce valore condiviso. La crescita, oggi, passa dalla coesione.

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Lun 23 Giu, 2025

Questionario sulla sicurezza informatica aziendale

Camera di Commercio di Modena e Università di Modena e Reggio Emilia insiemer per la Cybersecurity.

La Camera di Commercio di Modena, nella consapevolezza che la cybersecurity sia ormai diventata un importante fattore di sostenibilità e competitività, già da qualche anno sta attuando azioni con l'obiettivo di accrescere la sicurezza informatica aziendale.

Si tratta di progetti realizzati in collaborazione con CLUSIT, Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica e l'Università di Modena e Reggio Emilia.

Leggi il Rapporto che ha tracciato il livello di consapevolezza e preparazione del sistema economico rispetto alle minacce in continua evoluzione e partecipa al questionario. 

https://www.mo.camcom.it/promozione/punto-impresa-digitale/news/questionario-sulla-sicurezza-informatica-aziendale-2025

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Ven 20 Giu, 2025

I PROGRAMMI OCCUPAZIONALI A MESSINA E PROVINCIA

Le analisi del presente bollettino si focalizzano sulle principali caratteristiche delle entrate programmate nel mese di giugno 2025, con uno sguardo sulle tendenze occupazionali per il periodo giugno - agosto 2025.

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Ven 20 Giu, 2025

Imprese straniere in provincia di Vibo Valentia, i settori

Panoramica su iscrizioni e cessazioni per settore

Nel I trimestre del 2025, tra le imprese straniere, il settore che ha avuto un tasso di iscrizione maggiore nella provincia di Vibo Valentia è quello del Servizi con 8 nuove imprese. Seguono il settore del Commercio con 3 nuove imprese e quello dell’Agricoltura con 1 nuova impresa.

Nello stesso periodo, la provincia ha registrato 6 cessazioni di imprese straniere nel settore del Commercio, 2 sia nel settore delle Costruzioni che in quello dell’Agricoltura e 1 nel settore dell’Industria. 

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Ven 20 Giu, 2025

Imprese straniere in provincia di Vibo Valentia, i dati al 31 marzo 2025

Natalità e mortalità delle imprese in Provincia

Dalla Dashboard messa a punto da InfoCamere sulle imprese straniere, si possono consultare i dati, aggiornati al 31 marzo 2025, relativi alle creazioni e alle cessazioni delle imprese di cittadini stranieri in provincia di Vibo Valentia.

Nel trimestre gennaio – marzo 2025, le iscrizioni di imprese straniere sono state 12, le cessazioni 11. 

Tra iscrizioni e cessazioni il saldo della provincia è quindi positivo con + 1 impresa di imprenditore straniero.

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Ven 20 Giu, 2025

Osservatorio Nazionale sull’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro

È online la prima versione dell’Osservatorio Nazionale sull’adozione dei sistemi di Intelligenza Artificiale nel contesto lavorativo, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Si tratta del primo passo di un percorso finalizzato a monitorare, analizzare e prevedere gli impatti dell’IA sul mercato del lavoro in Italia.
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Gio 19 Giu, 2025

I dati trimestrali della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi - 1° trimestre 2025

Il 2025 si apre con un primo trimestre positivo per il sistema locale delle imprese

Il bilancio della nati-mortalità nel territorio aggregato della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi presenta, infatti, un saldo di +621 unità, che migliora decisamente quello relativo allo stesso periodo del 2024 (+95 unità).
È un risultato interessante, considerato che tradizionalmente il primo trimestre si caratterizza per una forte stagionalità negativa, a causa delle chiusure di attività economiche di fine anno che vengono registrate all’inizio del nuovo.
La scomposizione per singola provincia evidenzia l’apporto determinate di Milano (+630 unità il saldo), seguito da quello della Brianza (+37 unità), mentre il Lodigiano mostra un dato in flessione (-46 unità).
Più nel dettaglio della dinamica dei flussi, si può rilevare una diminuzione delle nuove iscrizioni, un decremento che ha interessato Monza Brianza e Lodi, ma non Milano. Le cancellazioni sono anch’esse in diminuzione ma in maniera più marcata 
Per effetto di questi andamenti, il tasso di natalità è lievemente peggiorato se rapportato a quello dei primi tre mesi del 2024 mentre quello di mortalità è migliorato. Il tasso di crescita si porta a 0,13%, decisamente superiore a quello lombardo (+0,04%) e al nazionale, che in verità si colloca in terreno negativo (-0,05%). 
Al 30 marzo del 2025 negli archivi della Camera di commercio si contano 393.081 imprese attive (di cui 315.359 operanti a Milano, 63.936 a Monza Brianza e 13.786 nel Lodigiano), un numero in flessione dello 0,8% su base annua. Un esito molto probabilmente condizionato da verifiche di tipo amministrativo sul Registro Imprese, condotte nel corso del 2024, che hanno portato allo scioglimento senza liquidazione di oltre 10mila imprese nell’area.
L’analisi settoriale evidenzia le difficoltà di quasi tutti i comparti produttivi, con poche eccezioni. I servizi, che tradizionalmente trainano lo sviluppo con variazioni di rilievo, in questo primo trimestre del 2025 hanno riportato un incremento inferiore al punto percentuale (+0,7%; era stato pari a +2,4% nel primo trimestre del 2024). Parliamo del primo settore per numerosità, con oltre 207mila imprese operanti, pari al 52,7% del totale. Al suo interno, in particolare, crescono i servizi finanziari, le attività professionali, scientifiche e tecniche e il noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese; al contrario, sono in flessione gli altri segmenti, come l’ICT, il trasporto e magazzinaggio, l’immobiliare e l’alloggio e ristorazione. Le tre province hanno registrato andamenti divergenti, con Milano e Monza che hanno visto trend positivi (rispettivamente +0,8% e +0,5%) e Lodi che, al contrario, ha subìto una flessione (-0,7%).
Altro settore che ha riportato una prestazione superiore allo zero è stato quello delle costruzioni (+0,5%), che sembra tuttavia lontano dai ritmi di crescita degli ultimi anni, sensibilmente stimolati dalla politica delle detrazioni fiscali.
In forte contrazione il commercio all’ingrosso e al dettaglio (-3%), che appare in sofferenza in tutti e tre i territori. Ancora più pesante il crollo della manifattura (-6,5%), che ha riguardato allo stesso modo tutto il perimetro della Camera di commercio.
Per quanto riguarda le forme giuridiche, va segnalata la riduzione – seppur lieve – delle società di capitali (-0,3% rispetto al primo trimestre del 2024), che negli ultimi anni si erano al contrario distinte per uno sviluppo costante: sono oltre 176mila le unità operanti, pari al 45% del totale. Le ditte individuali, seconda natura giuridica per numeri (160.243 imprese, pari al 40,8% del totale), hanno riportato invece un andamento positivo (+0,6%). Ancora in crisi le società di persone, scelte sempre meno dai neoimprenditori (-4,7%); la loro incidenza continua progressivamente ad assottigliarsi (12,1% del totale; 47.665 unità).
Relativamente alle altre popolazioni di imprese, segnaliamo andamenti migliori della media del sistema per le artigiane (+0,3%), le femminili (+0,5%) e le straniere (+4%), queste ultime sempre molto vivaci; unica categoria in affanno quella delle giovanili (-0,3%).
Chiudiamo con le start up innovative, cluster a elevato tasso tecnologico: 2.656 imprese pari a oltre un quinto del totale nazionale. La dinamica nell’anno è tornata positiva (+0,6%), dopo qualche trimestre di stop. Non è andata allo stesso modo a livello lombardo (-1%) e italiano (-5%). La prevalenza delle start up è concentrata nella provincia di Milano (2.505 unità), che rimane al primo posto nella classifica nazionale. 


https://ester.milomb.camcom.it/congiunture/i-numeri-delle-imprese

 

 

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Mer 18 Giu, 2025

Presentazione del rapporto annuale sul 2024 "L'economia della Lombardia" Gli andamenti di lungo periodo e le prospettive

Nonostante il rallentamento congiunturale degli ultimi due anni, nell'ultimo decennio la Lombardia ha registrato una crescita economica superiore sia a quella dell'Italia sia a quella delle regioni europee a essa simili per struttura produttiva e grado di sviluppo. All'espansione hanno contribuito, da un lato, l'incremento dell'occupazione e, dall'altro, l'aumento della produttività del lavoro, in particolare nel settore dei servizi.

Digitalizzazione, sostenibilità ambientale e nuove tecnologie dell'intelligenza artificiale (IA) rappresentano direttrici principali di un processo di trasformazione che coinvolge l'intero sistema produttivo. L'adozione dell'IA appare ancora relativamente limitata: secondo i dati Eurostat, nel 2024 l'8,2 per cento delle aziende con più di 10 addetti utilizzava almeno una tecnologia di IA (13,5 nella media dell'Unione europea). In base all'indagine della Banca d'Italia, più di un'azienda su due nell'industria e nei servizi prevede di ricorrere a queste tecnologie entro il 2027, con ricadute anche sul mercato del lavoro. 
La struttura produttiva della regione ha registrato nell'ultimo decennio una diminuzione del numero di imprese attive, in particolare nel settore manifatturiero, a fronte di un aumento delle aziende nei servizi, specialmente in quelli ad alto contenuto di conoscenza. I processi di aggregazione tra imprese, finora poco frequenti, sono comunque aumentati: nel periodo 2015 24, le società lombarde oggetto di operazioni di fusione e acquisizione sono state 2.200, per un valore stimato di circa 250 miliardi di euro e hanno coinvolto principalmente aziende di piccole e medie dimensioni. Dopo le operazioni di aggregazione, le imprese hanno generalmente aumentato gli investimenti, anche in ricerca e sviluppo.
Per facilitare il cambiamento della struttura produttiva, sono state introdotte agevolazioni fiscali e giuridiche a favore dell'ingresso sul mercato di imprese innovative. Le nuove iniziative imprenditoriali, attive prevalentemente nei settori dello sviluppo di software, della consulenza informatica e della ricerca, hanno mostrato una propensione a innovare nettamente superiore rispetto alle altre società di capitali costituite nello stesso periodo.
La trasformazione delle imprese richiede finanziamenti adeguati, prevalentemente nella forma di capitale di rischio. Strumenti come il private equity e il venture capital sono più efficaci del credito bancario per sostenere, rispettivamente, la crescita o il rilancio delle imprese già avviate e lo sviluppo di nuove aziende tipicamente più rischiose. I
In questi ambiti, la Lombardia rappresenta il primo mercato in Italia. Il venture capital, in particolare, ha registrato a partire dal 2018 una significativa espansione degli investimenti, che nell'ultimo triennio hanno raggiunto all'incirca lo 0,1 per cento del PIL regionale, un valore quasi triplo rispetto alla media italiana, seppure ancora inferiore al dato dell'Unione europea
 

Per leggere il report completo:

https://www.bancaditalia.it/media/notizia/presentazione-del-rapporto-annuale-sul-2024-l-economia-della-lombardia/?dotcache=refresh

 

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Mer 18 Giu, 2025
Avellino start up

Le start-up innovative crescono ad Avellino!

 Avellino conta 31,1 start-up innovative ogni 100.000 abitanti, con una crescita straordinaria del +583,3% dal 2016. Tra queste, il 17,9% è guidato da donne e il 17,1% da giovani. Spicca anche il settore dell’energia ad alto valore tecnologico, che rappresenta il 26% delle start-up della provincia.

Dati elaborati da Dataview, Il barometro dell’economia territoriale, a cura del @CentroStudiTagliacarne, utilizzando statistiche ufficiali pubbliche.

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Mer 18 Giu, 2025