Liguria

Lo Sportello Competitività delle Imprese (SCI) al SUQ

Lunedì 17 giugno dalle ore 19.00

Incontro con Matteo Gatto, Coordinatore Sportello di  SCI-Sostegno alla Competitività delle Imprese, Jila Malekan Ieie S.r.l. e Abdelrahman Abdelmahdi Oxyera. Conduce Hira Grossi Camera di Commercio /CLP. Lo Sportello di Sostegno alla Competitività delle Imprese offre servizi formativi ed informativi agli aspiranti imprenditori e consulenze specialistiche alle imprese già avviate. Nel 2023 ha supportato un migliaio di utenti. Dall’osservatorio privilegiato dello Sportello, il racconto di chi ha creato
impresa a Genova partendo da lontano. In collaborazione con Camera di Commercio di Genova e Centro Ligure Produttività.

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Gio 06 Giu, 2024

Eccellenze in Digitale "Social Media Marketing" per il Terzo Settore

Eccellenze in Digitale: Focus Terzo Settore 13 Giugno 2024 dalle 10.30 alle 12.30 SocialMedia Marketing

Eccellenze in Digitale Focus Terzo Settore

13 Giugno 2024 10.30-12-30 Social Media Marketing

Il 13 giugno 2024 dalle 10.30 alle 12.30 un appuntamento speciale di Eccellenze in Digitale dedicato al Terzo Settore.

In questo seminario dal titolo "Social Media Marketing" scopriremo come le organizzazioni No Profit possono sfruttare il potenziale del marketing digitale per raggiungere nuovi donatori, aumentare la visibilità e l'impatto sociale. Ci si concentrerà su Google Ad Grants, Risorse marketing di Meta, Altre piattaforme: Microsoft Ad Grants, LinkedIn for Nonprofit, Amazon for Charity, TikTok for Goods.
Informazioni utili a chi lavora in organizzazioni No Profit e ONG, volontari, fundraiser, operatori del marketing e della comunicazione.

Il webinar è a cura di Marianna Sposato, Digital Strategist & Trainer presso Sicamera. Il programma: 

  • Il mondo No profit
  • Panoramica di Google Ad Grants
  • Risorse marketing di Meta per No profit e ONG
  • Microsoft Ad Grants
  • LinkedIn for Nonprofit
  • Amazon for Charity
  • TikTok for Goods

Per iscriversi:  Eccellenze in Digitale Terzo Settore - Genova 2024 (google.com)


Una volta compilato il modulo cliccate sul link che vi apparirà per completare la registrazione e ricevere il link alla piattaforma Zoom.

Eccellenze in Digitale è un programma di Unioncamere supportato da Google.org, con l'obiettivo di innalzare le competenze digitali dell'economia italiana, aperto a tutti coloro che operano o risiedono in provincia di Genova.

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Programma del webinar

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Gio 06 Giu, 2024

Premi UE per la promozione di impresa 2024

Scade il 25 giugno il termine per l'invio delle candidature al MIMIT per la partecipazione all'edizione 2024 dei Premi lanciati dalla Commissione europea per la promozione di impresa.

Gli European Enterprise Promotion Awards (EEPA 2024) sono i premi per la promozione d’impresa promossi dalla Commissione europea e coordinati in Italia dal Ministero delle imprese e del Made in Italy.

L’obiettivo dei premi è offrire un riconoscimento alle politiche che promuovono l'imprenditorialità a livello locale, regionale e nazionale, individuando quelle iniziative che evidenziano le migliori politiche e pratiche nel campo dell’imprenditorialità, sensibilizzano sul valore aggiunto dell’imprenditorialità responsabile e incoraggiano e ispirano potenziali imprenditori.

Per il 2024 è possibile presentare le candidature nell’ambito di sei categorie:

  • Promozione dello spirito imprenditoriale: riconosce iniziative a livello nazionale, regionale e locale volte a promuovere una mentalità imprenditoriale, particolarmente tra i giovani e le donne.
  • Investimento nelle competenze imprenditoriali: riconosce iniziative a livello nazionale, regionale o locale volte a migliorare le capacità imprenditoriali, gestionali e dei dipendenti.
  • Sostenere la transizione digitale: riconosce le iniziative a livello nazionale, regionale o locale volte a sostenere la transizione digitale delle imprese consentendo loro di sviluppare, commercializzare e utilizzare tecnologie, prodotti e servizi digitali di qualsiasi tipo.
  • Migliorare il contesto imprenditoriale e sostenere l'internazionalizzazione delle imprese: riconosce le politiche e le iniziative innovative a livello nazionale, regionale o locale, che rendono l'Europa il luogo più attraente per avviare un'impresa, gestirla, farla crescere e ampliarla nel mercato unico, semplificare le procedure legislative e amministrative per le imprese e attuare il principio "pensare anzitutto in piccolo" a favore delle piccole e medie imprese.
  • Supporto alla transizione sostenibile: riconosce le politiche e le iniziative a livello nazionale, regionale o locale che supportano la transizione sostenibile e gli aspetti ambientali come l’economia circolare, la neutralità climatica, l’energia pulita, l’efficienza delle risorse o la biodiversità, attraverso, ad esempio, lo sviluppo di competenze sostenibili e il matchmaking, nonché i finanziamenti.
  • Imprenditorialità responsabile e inclusiva: riconosce iniziative a livello nazionale, regionale e locale che promuovono la responsabilità sociale d’impresa all’interno delle piccole e medie imprese. Questa categoria riconosce altresì gli sforzi volti a promuovere l’imprenditorialità tra i gruppi svantaggiati, come disoccupati, in particolare quelli a lungo termine, migranti regolari, disabili o persone appartenenti a minoranze etniche.

Il Gran Premio della Giuria viene assegnato, per una qualunque delle suddette categorie, alla candidatura cui si riconosca il carattere più creativo ed esemplare per quanto concerne la promozione dell’imprenditorialità in Europa.

Tra i soggetti ammissibili figurano enti pubblici nazionali, regionali o locali, nonché partenariati pubblico-privati tra autorità pubbliche e imprenditori, programmi educativi e organizzazioni imprenditoriali.

Le candidature vanno inviate al MIMIT, che selezionerà le due proposte che rappresenteranno l'Italia al Premio europeo, utilizzando i seguenti indirizzi: annamaria.santucci@mise.gov.itsilvia.costantini@mise.gov.it.

Il termine di presentazione delle candidature nazionali è il 25/06/2024.

Per maggiori informazioni visitare il link: Premi UE per la promozione di impresa 2024 — Italiano (camcom.gov.it)

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Gio 06 Giu, 2024

Nuovo bando PR FESR 2021-2027 per la modernizzazione del sistema della logistica merci

Dal 20 giugno nuovo bando PR FESR 2021-2027

Al via dal 20 Giugno i termini per presentare progetti a valere sull'Azione 1.3.7 – “Sostegno agli investimenti in innovazione per l'intermodalità e per le imprese che operano nelle aree integrate logistiche,” del PR FESR Liguria 2021-2027.

L'Azione, che rappresenta una novità nel panorama degli interventi del FESR, intende sostenere le micro, le piccole e le medie imprese che, all’interno di unità operative ubicate nel territorio regionale, realizzino interventi di innovazione, automatizzazione, digitalizzazione del processo logistico e delle attività collegate, per uno sviluppo dell’intermodalità e della competitività del settore.

Si tratta della seconda edizione del bando, con una dotazione finanziaria di un milione di euro.

L'agevolazione prevede un contributo a fondo perduto fino al 50% degli investimenti compiuti, che può raggiungere anche i 300 mila euro. 

Possono presentare domanda di contributo le micro, piccole, medie imprese con unità locale in Liguria, che abbiano un Codice di Attività ISTAT ATECO 2007 appartenente ai seguenti Gruppi:
GRUPPO 45.2
GRUPPO 52.1
CLASSE 52.21, 52.22, 52.24, 52.29

Gli investimenti ammessi, per un valore minimo di 5.000 €, devono riguardare uno o più dei seguenti ambiti:

  • interventi di edilizia sugli stabilimenti
  • acquisto di macchinari e mezzi di trasporto ausiliari aziendali e portuali (es. muletti) o su strada (veicoli ibridi o alimentati da carburanti alternativi per l’autotrasporto quali GNL, metanolo, idrogeno)
  • prodotti di marketing per l’ampliamento del mercato (in italiano e inglese)
  • l'implementazione delle piattaforme di interscambio e gate automation 
  • la digitalizzazione di strumenti predittivi, gestionali, manutentivi 
  • l'innovazione e l'automazione delle manovre e della trazione ferroviaria 
  • la digitalizzazione della lettera di vettura stradale (e-CMR) 
  • l'applicazione della tecnologia blockchain alla catena logistica con ritorni sulla catena del prezzo 
  • l'internalizzazione dei costi e i servizi di gestione del rischio da cybersecurity.

Gli investimenti devono essere conclusi e rendicontati entro il 30 novembre 2024.

I progetti si potranno presentare accedendo al sistema Bandi on line dal 20 giugno 2024 al 12 luglio 2024

Per maggiori informazioni, scaricare il bando integrale.

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Mer 05 Giu, 2024

INDAGINE IMPRENDITORIA FEMMINILE - Gap di genere

Secondo il Global Gender Gap report, ci vorranno almeno 131 anni per colmare il divario globale di genere, una prospettiva che diventa ancora più drammatica rispetto alla parità economica, proiettata a 169 anni nel futuro. Il gap di genere nell'imprenditoria è un fenomeno complesso che riflette disparità nelle opportunità, nelle risorse e nelle aspettative tra uomini e donne nel mondo degli affari. Questo divario si manifesta in diversi modi: dalla rappresentanza femminile nei ruoli di leadership e nel lancio di nuove imprese, alla disponibilità di finanziamenti e risorse necessarie per avviare e far crescere un'azienda. Le cause del gap di genere imprenditoriale sono molteplici e comprendono fattori culturali, sociali ed economici. Le donne spesso affrontano maggiori sfide nel garantire accesso a finanziamenti e 17 reti di supporto, oltre a dover conciliare responsabilità familiari e professionali in modo più intenso rispetto agli uomini. Inoltre, esistono ancora stereotipi di genere radicati che influenzano le percezioni sulle capacità imprenditoriali delle donne. Queste considerazioni generali trovano pieno riscontro dalle risposte delle imprenditrici. Infatti nel 75% confermano che vi sia un gap di genere nell'accesso alle opportunità imprenditoriali e alla rappresentanza nei settori chiave dell'economia genovese, come ad esempio disparità nell'accesso ai finanziamenti per le imprese gestite da donne rispetto a quelle gestite da uomini, e una sottorappresentazione delle donne in settori chiave come il commercio marittimo o l'industria manifatturiera. Inoltre il 65% ha riscontrato disparità di trattamento tra imprenditrici e imprenditori nel contesto lavorativo o negli ambienti imprenditoriali nello specifico: il 28,3% riscontra stereotipi di genere che influenzano le opportunità imprenditoriali; 17,5% disparità nell’avanzamento di carriera; 11,7% differenze nelle opportunità di networking e di accesso alle reti professionali; 7,5% disparità nell’accesso ai finanziamenti. Il resto delle imprenditrici dichiara di non avere riscontrato disparità di trattamento. Nell’ultima parte di questa sezione si è lasciata libertà alle imprenditrici di fornire alcune proposte o suggerimenti sulle politiche ed i servizi che vorrebbero venissero offerti loro in futuro. Per il 30% auspicano politiche di sostegno finanziario mirato alle imprenditrici, un 27,5% sostiene necessario mantenere incentivi fiscali per le imprese a conduzione femminile, mentre il 20% richiede programmi di mentorship e formazione specifici per donne che fanno impresa, infine un 15% auspica campagne di sensibilizzazione per promuovere l’uguaglianza di genere nel mondo degli affari. Tra gli altri suggerimenti ricevuti, le imprenditrici richiedono che siano sviluppati servizi di base come asili nido e scuole materne.

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INDAGINE IMPRENDITORIA FEMMINILE - Sviluppo sostenibile

In base al CRIF ESG Score le imprese femminili con un elevato grado di sostenibilità superano dell’8% quelle maschili, con una sensibilità spiccato soprattutto per quel che riguarda la componente ambientale. Partendo da questa considerazione nazionale, abbiamo ritenuto interessante capire quanto nel nostro territorio, le imprenditrici avessero questa propensione allo sviluppo sostenibile. I risultati portano ad una prevalenza di imprenditrici che sono portate verso lo sviluppo sostenibile (44%) in modo moderato, evidenziando che l'impresa ha alcune iniziative o politiche orientate allo sviluppo sostenibile, ma potrebbe migliorare o implementare ulteriori strategie per aumentare il suo impatto positivo sull'ambiente e sulla comunità. Il 34,7% dichiara di avere la propria impresa improntata su una gestione di sviluppo sostenibile molto forte infatti dichiarano di avere una forte impronta di sviluppo sostenibile, con pratiche e politiche integrate che mirano a minimizzare l'impatto ambientale, promuovere la responsabilità sociale e sostenere l'economia locale. Il 20 % sostiene di avere poca propensione allo Sviluppo Sostenibile: avendo ben poche o iniziative orientate allo sviluppo sostenibile, ma sono ben consapevoli che potrebbero in futuro adottare pratiche più responsabili e orientate al lungo termine. Un’impresa dichiara di non aver nessuna considerazione per lo sviluppo sostenibile nelle sue operazioni o strategie in azienda.

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INDAGINE IMPRENDITORIA FEMMINILE - Risorse e supporto

Al fine di valutare il capitale sociale delle nostre intervistate sono state loro sottoposte alcune domande inerenti diversi aspetti, tra cui anche il rapporto con le istituzioni locali, con le associazioni, per comprendere il grado di supporto che le imprese possono ricevere da questi soggetti. E’ stato chiesto, ad esempio, se erano iscritte ad associazioni imprenditoriali di categoria o se avessero sviluppato una rete di relazioni con altre imprenditrici, che permettesse loro di collaborare ad iniziative comuni, oppure di avere scambi di informazioni o consulenza tecnica. Per quanto riguarda invece la valutazione complessiva del contesto genovese, alle intervistate è stato chiesto di commentare quali siano - a parere loro - le opportunità e le difficoltà legate al territorio in cui vivono e lavorano, quali le politiche rivolte alle imprese, e in particolare, se avessero usufruito di supporti specifici. Per quanto riguarda invece le difficoltà connesse al territorio, sono emerse alcune considerazioni non direttamente riferibili alla specificità di genere, ma applicabili alla generalità degli operatori economici e riconducibili alla struttura produttiva, alla conformazione del territorio ma anche alla cultura locale. Il 35% delle imprenditrici ha dichiarato che la principale difficoltà incontrata è stata ottenere i finanziamenti, interessante notare che dai commenti delle intervistate emergevano due difficoltà: una relativa ad ottenere il finanziamento bancario, dall’altro la mancata conoscenza delle possibilità di partecipare a Bandi specifici per l’imprenditoria. Quindi se da un lato si regista la difficoltà di ottenere risorse economiche, dall’altra si evidenzia che la comunicazione delle opportunità per finanziare la creazione d’impresa non arriva e/o non viene veicolata. Il 31% evidenzia la problematica principale di conciliare la vita lavorativa e la vita privata (come abbiamo già trattato nella sezione di Conciliazione Vita Lavoro). Il 25% ha riscontrato la difficoltà di accesso al mercato, sia per via di difficoltà e “lungaggini” burocratiche, sia per una questione di stereotipo di genere. La maggior parte delle imprenditrici infatti ha testimoniato la difficoltà di accedere ad un mercato in settori che per anni hanno visto lo stereotipo di “lavoro da uomo”. Il 5% ha evidenziato una problematica nella gestione delle risorse umane, cioè la difficoltà di organizzare i tempi di lavoro dei dipendenti, ma soprattutto il reperimento di figure professionali adatte al loro ambito.

Sempre nell’ambito del supporto del territorio, le imprenditrici che si sono avvalse del supporto specifico messo in campo da vari soggetti, sono limitate numericamente, il 43,3% ha avuto supporto. Di queste imprenditrici, nello specifico emerge per un 53,7% il CLP, le Associazioni di Categoria con il 19,5%, seguite da Filse con il 17,1%. Una piccola percentuale ha avuto supporto dalla Rete al Femminile, altre imprenditrici sono state seguite dal PID e dallo Sportello EEN della Camera di Commercio e infine da Fondimpresa. Per quanto riguarda una mentorship o consulenza imprenditoriale nella fase iniziale della propria esperienza, solo il 28,3% ha fruito di questa opportunità, evidenziando quanto questo abbia influito positivamente nel proprio percorso imprenditoriale mettendo in evidenza i vari aspetti del fare impresa e aumentando la consapevolezza di quali competenze mettere in atto e quali era necessario rinforzare. Interessante notare che il 63,3% delle imprenditrici intervistate non fa parte di Associazioni o reti professionali dedicate alle imprenditrici nel territorio di Genova, il restante ha menzionato le Associazioni di Categoria e la Rete al Femminile.

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INDAGINE IMPRENDITORIA FEMMINILE - Ambito finanziario

Analizzando il Report Gender Diversity Index 2021 (GDI) uno degli aspetti più interessanti riguarda la solidità delle imprese femminili che risultano essere meno rischiose rispetto alla media italiana: più della metà (52,73%) presenta, infatti, un rischio di fallimento minimo o inferiore alla media, contro un dato nazionale del 48% con rischio minimo o inferiore alla media. Quanto ripreso prima, si può forse correlare con la rilevazione di quale gestione finanziaria hanno le imprenditrici nei confronti della propria impresa. Le imprenditrici intervistate rivelano di avere una gestione finanziaria della propria impresa tendenzialmente conservativa per il 40,8% e nella stessa percentuale abbiamo una gestione moderatamente conservativa. Per una imprenditrice la sua gestione è basica, cioè limitata all’essenziale. Mentre per un’altra imprenditrice la gestione è dinamica e ambiziosa (impresa che si occupa di gestione appartamenti per affitti brevi). Da notare una percentuale del 16,7% ha una gestione finanziaria intraprendente. Questa affermazione la troviamo in tutti gli ambiti in cui operano le imprenditrici intervistate, a conferma che ciò è dettato dalla caratteristica personale dell’imprenditrice. Per quanto riguarda l’ottenimento di finanziamenti, ben il 57,5% dichiara di aver avuto problemi e dichiarano queste principali difficoltà: la necessità di affidarsi a qualcuno che facesse da garante, la 12 poca informazione delle possibilità dei bandi e finanziamenti pubblici, le tempistiche difficili da mantenere per accedere ai bandi, il rifiuto delle banche, il non sapere come strutturare un piano d’impresa, difficoltà nel trovare finanziatori privati. Se poi guardiamo a quali risorse finanziarie sono state utili per lo sviluppo della propria attività, rileviamo che 68,3% - quindi una grande percentuale – ha fatto ricorso alle sole risorse proprie. Questo si lega a doppio filo alla domanda precedente. Le imprenditrici hanno difficoltà nell’ottenere finanziamenti e si ritrovano ad utilizzare i propri risparmi per concretizzare la propria voglia di mettersi in proprio. Troviamo un 21,7% che ha fruito di finanziamenti bancari e un 4,2% che ha unito finanziamenti pubblici ai propri risparmi, ottenendo anche un finanziamento bancario. Un 3,3% ha potuto fruire di finanziamenti pubblici, mentre le restanti imprenditrici hanno fatto ricorso ad “altre risorse finanziarie” non specificate. Alle imprenditrici che hanno fruito di finanziamenti pubblici abbiamo chiesto di specificare quali fossero, qui riportiamo quelli citati: Cassa commercio liguria, Bando Filse, PNRR Imprenditoria Femminile, Bonus Caruggi, Impresa 4.0, Fondazione San Paolo.

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INDAGINE IMPRENDITORIA FEMMINILE - Conciliazione vita lavoro

Le politiche per la conciliazione famiglia-lavoro rappresentano l’insieme delle politiche attuate dalle imprese al fine di favorire il corretto equilibrio tra vita professionale e personale. Le politiche per la conciliazione sono state introdotte nell’ordinamento italiano attraverso la legge 8 marzo 2000, n. 53 (“Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città”), volta a promuovere un equilibrio tra tempi 10 di lavoro, di cura, di formazione e di relazione. Quando però parliamo nell’ambito dell’impresa individuale o comunque di una microimpresa a gestione femminile, le politiche di conciliazione diventano di difficile attuazione. Diventare imprenditrice infatti pone tutta una serie di considerazioni sui tempi di vita lavorativi e di vita privata, considerando che ancora ad oggi la percentuale maggiore di cura della famiglia ricade ancora sulla donna. Pertanto come punto di partenza è stato chiesto quanto considerassero importante la conciliazione tra vita lavorativa e personale e la maggior parte (43,3%) ritiene la conciliazione molto importante, ritenendo fondamentale poter gestire autonomamente i propri orari di lavoro per conciliare le esigenze familiari e professionali. A poca distanza, con un 41,7% ritiene la conciliazione abbastanza importante dimostrandosi disponibile a fare alcuni sacrifici per il successo della propria impresa. Un 10,8% ritiene poco importante la conciliazione vita- lavoro dichiarandosi disposta a sacrificare una certa quantità di tempo libero o a separare nettamente la propria vita professionale dalla vita personale per perseguire gli obiettivi della propria impresa. Il resto delle imprenditrici ritiene che la conciliazione non sia una priorità significativa rispetto agli altri aspetti del proprio lavoro. Interessante notare che la maggior parte di queste risposte sono state date da donne con oltre 46 anni, ciò può identificare delle situazioni familiari che non implichino l’accudimento di bambini o anziani. Se parliamo di difficoltà nel gestire il bilanciamento vita lavorativa e personale troviamo che il 59,2% delle intervistate ha ammesso di aver avuto difficoltà. Come testimoniano i commenti che abbiamo raccolto: la maggior parte delle difficoltà sono legate all’accudimento dei figli (aggravato in molti casi nel periodo estivo con la chiusura delle scuole) e dall’accudimento dei propri cari anziani. Alcune imprenditrici hanno difficoltà nella gestione del tempo legate alla volontà di ampliare le competenze (vedi formazione) e alla gestione dell’attività lavorativa e familiare. La notevole maggioranza, ben il 95% non ha ricevuto accesso a politiche o servizi che favoriscono la conciliazione vita lavoro nel territorio di Genova, solo 2 intervistate hanno usufruito del bonus baby sitter e bonus nascita. Mentre la socia di una cooperativa ha potuto fruire di tempistiche adatte alle sue esigenze familiari grazie alla disponibilità della cooperativa. Ricordiamo che per la Regione Liguria, il bonus baby sitter così come il bonus badanti è un bonus per l’assunzione - diretta o tramite impresa specializzata- di queste due figure professionali e richiede un ISEE inferiore a 35.000€. (anno 2023) Da quanto affermato dalle imprenditrici anche se a conoscenza di tale opportunità, per molte imprenditrici non vi erano i presupposti per poterli attivare o non era questo il supporto che gli avrebbe permesso di non avere difficoltà nel bilanciamento tra vita lavorativa e vita personale

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INDAGINE IMPRENDITORIA FEMMINILE - Le motivazioni delle donne imprenditrici

La scelta di intraprendere un’attività in proprio può rispondere a diverse esigenze. La motivazione più ricorrente fra le indagini sull’imprenditoria femminile è la ricerca di emancipazione professionale e di indipendenza economica e gestionale con il 63,9% delle intervistate. Nel nostro campione, emergono anche altre, come ad esempio la voglia di seguire la propria passione con il 22,9% o la necessità di trovare una alternativa dopo aver subito un licenziamento (3,6%). Il 7,2% ha una motivazione legata ad una logica più tradizionale, come la successione al genitore nella guida dell’azienda di famiglia. Il restante dichiara di aver messo in atto le proprie competenze nell’impossibilità di trovare un lavoro da dipendente. La metà delle intervistate quindi, affermano la necessità di affermarsi nel mondo del lavoro ed esprimere al meglio le proprie competenze, con il desiderio anche di ottenere un riconoscimento economico maggiore, avanzano come motivazioni in primo luogo la necessità di essere indipendente ed anche la speranza di ottenere un guadagno maggiore a fronte del proprio impegno. 9 In alcuni casi la necessità di rendersi indipendenti si è rivelata dopo anni trascorsi “a fare la mamma”, per cui con il raggiungimento di una certa autonomia dei figli è nato il desiderio di mettersi alla prova, oltre che tentare di incrementare le entrate familiari. E’ curioso osservare che in alcuni casi la scelta professionale è stata indotta da una domanda già esistente ma che non trovava soddisfazione sul mercato: ad esempio alcune imprenditrici avevano delle passioni che coltivavano in proprio e si sono rese conto che avrebbero potuto trasformarle in un lavoro vero e proprio dal momento che amici o clienti richiedevano il loro aiuto o i loro consigli. La motivazione principale rimane quindi la voglia di autoaffermazione, il desiderio di rendersi indipendenti e di soddisfare le proprie aspirazioni di autonomia, anche le scarse possibilità di fare carriera interna all’azienda giocano a favore di strategie di mobilità exit, ossia in questi contesti la promozione sociale passa proprio attraverso il “mettersi in proprio”. Altre intervistate, invece, hanno dovuto tirare fuori uno spirito imprenditoriale che forse non avrebbero sviluppato se non avessero dovuto fare i conti con situazioni difficili come la perdita del lavoro. Infine, esiste ancora un piccolo gruppo di intervistate che sono diventate imprenditrici per continuare la tradizione di famiglia, ed hanno ereditato l’impresa in un percorso che molte considerano “naturale”. 

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