Campania

Più finanza agevolata per le sfide del futuro

Articolo interessante su Milano-Finanza a cura di Fabio Leoni, ceo di Golden Group

La crescente competizione internazionale e le continue trasformazioni dello scenario economico richiedono la capacità di saper utilizzare le risorse pubbliche come una leva strategica per la crescita del Paese. La finanza agevolata si rivela un contributo fondamentale per facilitare lo sviluppo sostenibile, promuovere l’innovazione e incentivare il mercato. Orientarsi verso la transizione ecologica e industriale sarà la prossima sfida da affrontare : il supporto alle imprese passa attraverso l’istituzione di un fondo sovrano europeo e un approccio che guardi al sistema finanziario come a uno strumento con cui raggiungere obiettivi condivisi.

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Ven 22 Dic, 2023
Sharing economy

Cos’è la sharing economy e come sta cambiando il mondo

La sharing economy, o economia della condivisione, è un fenomeno economico e sociale che si basa sullo scambio, il prestito e l’uso di beni e servizi tra privati, spesso attraverso piattaforme online o app per smartphone. Si tratta di un modello alternativo al tradizionale sistema di vendita e acquisto, che punta a sfruttare le risorse in modo più efficiente ed ecologico, creando valore e opportunità per i consumatori e i fornitori.

La sharing economy ha avuto una forte crescita negli ultimi anni, grazie all’evoluzione delle tecnologie digitali, che hanno facilitato la connessione tra domanda e offerta, e alla crisi economica, che ha spinto le persone a cercare soluzioni più convenienti e flessibili. Secondo alcune stime, il valore globale della sharing economy potrebbe raggiungere i 335 miliardi di dollari entro il 2025, coinvolgendo milioni di utenti in tutto il mondo.

La sharing economy si applica a diversi settori e ambiti, tra cui:

  • la mobilità, servizi che permettono di condividere mezzi di trasporto, come auto, moto, bici o scooter, oppure di organizzare viaggi con altri passeggeri, risparmiando sui costi e riducendo le emissioni. Alcuni esempi sono Uber, BlaBlaCar, Car2Go, Mobike e Lime;
  • l’alloggio, servizi che mettono a disposizione case o stanze per affitti o scambi brevi, sfruttando gli spazi inutilizzati e offrendo un’alternativa più economica e autentica agli alberghi. Alcuni esempi sono Airbnb, HomeExchange, Couchsurfing e BeWelcome;
  • il lavoro, servizi che consentono di offrire o richiedere prestazioni lavorative di vario tipo, da quelle professionali a quelle occasionali, sfruttando le competenze e le disponibilità di ciascuno. Alcuni esempi sono Upwork, Fiverr, TaskRabbit e Deliveroo;
  • il consumo, servizi che permettono di condividere o scambiare oggetti, abiti, libri, film, musica e altro, evitando gli sprechi e promuovendo la circolarità. Alcuni esempi sono eBay, Vestiaire Collective, BookMooch, Spotify e Netflix.

La sharing economy presenta dei vantaggi e degli svantaggi, sia per i consumatori che per i fornitori. Tra i vantaggi, ci sono:

  • il risparmio, la sharing economy permette di accedere a beni e servizi a prezzi più bassi rispetto al mercato tradizionale, o addirittura gratuitamente, sfruttando le risorse esistenti e ottimizzando l’utilizzo;
  • la flessibilità, questo modello di business permette di scegliere tra diverse opzioni, in base alle proprie esigenze e preferenze, senza vincoli di tempo o di luogo, e di modificare le proprie scelte in qualsiasi momento;
  • l’innovazione, la sharing economy stimola la creatività e la sperimentazione di nuove soluzioni, che si adattano ai cambiamenti della società e del mercato, e che offrono nuove esperienze e opportunità;
  • la sostenibilità, è un modello che contribuisce a ridurre l’impatto ambientale, diminuendo la produzione e il consumo di beni, e favorendo la riduzione dei rifiuti, il riciclo e il riutilizzo.

Tra gli svantaggi, ci sono:

  • la regolazione, poiché sfida le norme e le regole esistenti, che spesso non sono adeguate o aggiornate al nuovo scenario, e che possono creare conflitti o disparità con il sistema tradizionale, sia a livello fiscale che legale;
  • la qualità, si basa sulla fiducia e sulla reputazione tra gli utenti, che possono essere difficili da verificare o garantire, e che possono esporre a rischi o frodi, sia in termini di sicurezza che di soddisfazione;
  • la protezione, la sharing economy si fonda su una relazione diretta tra i privati, che spesso non prevede garanzie o coperture in caso di problemi o controversie, e che può mettere in discussione i diritti e i doveri dei consumatori e dei fornitori;
  • la responsabilità, il sistema fa conto sulla condivisione e sulla collaborazione tra gli utenti, che richiedono un senso di appartenenza e di rispetto, e che possono comportare delle implicazioni etiche e sociali.

In conclusione, la sharing economy è un fenomeno in continua evoluzione, che sta cambiando il modo di produrre, consumare e vivere, offrendo nuove possibilità e sfide.

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Ven 22 Dic, 2023
Co-working

Come aprire un coworking: tutto quello che devi sapere

Vuoi aprire un coworking? Scopri i requisiti, i costi, i guadagni e la partita IVA da scegliere per avviare la tua attività di lavoro condiviso.

Il coworking è una forma di lavoro condiviso che offre vantaggi economici e relazionali ai professionisti autonomi, freelance e smart workers. Si tratta di uno spazio in cui si possono affittare postazioni di lavoro, usufruire di servizi comuni e creare una rete di contatti. In questo articolo ti spieghiamo come aprire un coworking, quali sono i requisiti, i costi, i guadagni e la partita IVA da scegliere.

Come aprire un coworking: i passi da seguire

Per aprire un coworking devi seguire questi passi:

  • scegliere il locale, deve essere abbastanza ampio (almeno 200 mq), in una zona di interesse e a norma di sicurezza;
  • aprire la partita IVA, devi scegliere il codice Ateco 82.11.02: “Gestione di uffici temporanei, uffici residence” e iscriverti al registro delle imprese della camera di commercio;
  • presentare la SCIA, devi inviare al Comune la Segnalazione Certificata di Inizio Attività per comunicare l’avvio dei lavori;
  • arredare lo spazio, devi dotarti di attrezzature e dispositivi elettronici, come pc, stampanti, scanner, proiettori, e garantire una connessione internet veloce e stabile;
  • promuovere il coworking, devi creare un sito web, una pagina social, una newsletter e organizzare eventi per farti conoscere e attrarre i potenziali clienti.

Quanto costa aprire un coworking

Il costo per aprire un coworking dipende da diversi fattori, come la dimensione, la posizione, l’arredamento e la promozione del locale. In generale, si stima che per avviare un coworking servano almeno 25mila euro, ma il costo può variare molto a seconda delle scelte imprenditoriali. Per ridurre il rischio e il capitale iniziale, si può optare per il franchising, ovvero affiliarsi a una catena di coworking già esistente e usufruire del suo know-how e della sua visibilità.

Quanto si guadagna con un coworking

I guadagni di un coworking dipendono dal numero di clienti, dal prezzo delle postazioni, dai servizi aggiuntivi e dalle spese fisse. Il prezzo medio di una postazione di lavoro in Italia è di circa 200 euro al mese, ma può variare a seconda della città, della zona e della qualità dello spazio. I servizi aggiuntivi, come la sala riunioni, il bar, la stampa, possono incrementare il fatturato. Le spese fisse, invece, comprendono l’affitto, le utenze, il personale, la manutenzione, la tassazione. Per avere un’idea dei possibili guadagni, si può fare una simulazione con un business plan, tenendo conto di tutti i ricavi e le spese previsti.

Aprire un coworking: la partita IVA

Per aprire un coworking devi aprire una partita IVA, che è il codice fiscale che identifica la tua attività economica. La partita IVA ti permette di emettere fatture, registrare le operazioni contabili, versare le imposte e accedere agli incentivi fiscali. Esistono diverse forme di partita IVA, tra cui:

  • partita IVA ordinaria, è la forma più comune, che prevede la tenuta della contabilità ordinaria o semplificata, l’emissione delle fatture elettroniche, il versamento dell’IVA trimestrale o mensile e l’applicazione delle aliquote ordinarie (22%, 10%, 4%);
  • partita IVA forfettaria: è il regime agevolato, che prevede una tassazione sostitutiva del 15% sul reddito, senza versamento dell’IVA e senza obbligo di contabilità. È riservata ai soggetti con ricavi inferiori a 65mila euro annui e con determinati requisiti;
  • partita IVA in regime di vantaggio, è la formula più vantaggiosa, che prevede una tassazione sostitutiva del 5% sul reddito, senza versamento dell’IVA e senza obbligo di contabilità. È riservata ai soggetti con ricavi inferiori a 30mila euro annui e con determinati requisiti.

Per scegliere la partita IVA più adatta alle tue esigenze, ti consigliamo di rivolgerti a un commercialista, che saprà valutare la tua situazione e darti i migliori consigli.

 

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Ven 22 Dic, 2023

SNI – Storie d’Impresa Caserta - Lasco' Srls di Gianluca Abbruzzese

Ricerca e sviluppo, conoscenza, formazione continua, valore dell'impresa, progetti europei, relazioni, best practices

Testimonianza dell'imprenditore di Lasco' Srls di Gianluca Abbruzzese

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Gio 21 Dic, 2023

SNI – Storie d’Impresa Caserta - Home Living di Nutile Maddalena -

Progettazione, artigianalità, creatività, design, linee innovative, relazioni con il cliente

Testimonianza dell'imprenditrice Milena Nutile di Home Living di Nutile Maddalena 

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Gio 21 Dic, 2023

SNI – Storie d’Impresa Caserta - Manira Srls di Nicola Gallo e Raffaele Corrado

Fashion design,creatività,bellezza, artigianalità,nuovi materiali,innovazione,prestigio

Testimonianza degli imprenditori di Manira Srls di Nicola Gallo e Raffaele Corrado

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Mer 20 Dic, 2023

SNI – Storie d’Impresa Caserta - Pizzeria Elite Rossi di Pasqualino Rossi

Tradizione, famiglia , prodotti locali, emozioni, passione, determinazione

Testimonianza dell'imprenditore Pasqualino Rossi- Pizzeria Elite di Alvignano presente nella sezione - Storie di nuove imprese

 

 

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Mer 20 Dic, 2023