Il 7° Censimento generale dell'agricoltura offre un'analisi della situazione dei giovani agricoltori in Italia.
I dati mostrano nel settore agricolo, una diminuzione del 43% dei giovani imprenditori sotto i 41 anni in dieci anni, scendendo dal 11,3% al 9,3% del totale nel 2020.
La sostituzione generazionale è bassa, con solo il 16,1% dei giovani agricoltori che prende il posto di agricoltori anziani. Le regioni del Nord hanno tassi di sostituzione più alti rispetto al Centro e al Sud, dove la concorrenza di altri settori economici riduce l'interesse dei giovani per l'agricoltura.
L'accesso alla terra è problematico per i giovani agricoltori a causa dei costi elevati e della reticenza degli anziani a lasciare l'attività. Tuttavia, i giovani agricoltori hanno un livello di istruzione più elevato rispetto alla media nazionale, con il 50% che ha una scuola media superiore e il 19,3% una laurea.
Questi giovani agricoltori mostrano una maggiore tendenza all'innovazione e alla digitalizzazione nelle loro aziende, con il 24,4% che ha introdotto innovazioni negli ultimi tre anni e il 33,6% che ha adottato la digitalizzazione. Sono anche più orientati alla commercializzazione dei prodotti e all'associazionismo.
Inoltre, sono attivi nell'agricoltura multifunzionale e nell'approccio agroecologico, con una maggiore adozione di produzione biologica e diversificazione produttiva. Le cause di questa situazione includono fattori socio-culturali e barriere strutturali nel settore agricolo.
Nonostante gli sforzi della politica pubblica per sostenere i giovani agricoltori, la loro presenza rimane limitata, ma ci sono eccezioni regionali che suggeriscono possibili fattori di facilitazione dell'insediamento. In generale, i giovani agricoltori mostrano una forte attenzione alla transizione verde e digitale e alla formazione professionale continua.
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