Attitudini e Competenze imprenditoriali

Innovazione Sociale: approcci e metodologie

L'innovazione sociale si fonda su una vasta gamma di approcci e metodologie progettate per affrontare in modo efficace e sostenibile i problemi sociali complessi. Esaminiamo alcuni dei principali approcci utilizzati nell'innovazione sociale e le relative metodologie.

Uno dei pilastri dell'innovazione sociale è il design thinking, un approccio che pone al centro l'empatia, la prototipazione e l'iterazione rapida. Questa metodologia stimola i team a comprendere profondamente le esigenze e i desideri degli utenti finali, creando soluzioni veramente orientate alle persone. Attraverso fasi di ricerca, ideazione, prototipazione e test, il design thinking consente di sviluppare soluzioni innovative e centrare sull'utente.

Un altro approccio rilevante è l'imprenditoria sociale, che unisce obiettivi di lucro con impatti sociali positivi. Le imprese sociali adottano modelli di business innovativi per affrontare questioni sociali come l'accesso all'istruzione, la riduzione della povertà e la tutela dell'ambiente. Queste imprese sono guidate da una missione sociale e operano secondo principi di sostenibilità e responsabilità sociale.

Altri approcci comuni includono l'innovazione aperta, che promuove la collaborazione tra diverse organizzazioni per risolvere problemi condivisi, e l'approccio basato sulla comunità, che valorizza le conoscenze e le risorse locali per favorire lo sviluppo sostenibile. Questi approcci incoraggiano il coinvolgimento attivo delle parti interessate e favoriscono la creazione di soluzioni adatte ai contesti locali.

Indipendentemente dall'approccio adottato, l'innovazione sociale si basa su una serie di principi fondamentali, tra cui la partecipazione attiva della comunità, la sostenibilità ambientale e la giustizia sociale. Questi principi guidano il processo di innovazione sociale e garantiscono che le soluzioni sviluppate siano autenticamente radicate nei contesti locali, rispondendo efficacemente alle esigenze e alle sfide specifiche delle comunità.

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Lun 04 Mar, 2024

Innovazione Sociale: definizione e contesto

L'innovazione sociale è un catalizzatore cruciale per il cambiamento nelle società moderne, affrontando le sfide sociali, economiche e ambientali con soluzioni creative e sostenibili.

A differenza dell'innovazione tradizionale, che si concentra principalmente sulla creazione di valore economico, quella sociale mira a generare impatti positivi per la comunità, adottando un approccio olistico che considera gli aspetti sociali, ambientali ed economici in modo interconnesso.

Questa forma di innovazione non si limita alla mera introduzione di nuove tecnologie o prodotti sul mercato, ma coinvolge attivamente la comunità e le parti interessate nel processo di co-progettazione e co-creazione di soluzioni. Tale coinvolgimento assicura che le soluzioni sviluppate siano autenticamente radicate nei contesti locali, rispondendo efficacemente alle esigenze e alle sfide specifiche delle comunità.

Una delle sue caratteristiche principali è la capacità di generare impatti scalabili e sostenibili nel tempo. Le soluzioni innovative non sono solo risposte immediate ai problemi emergenti, ma sono progettate per essere replicabili e adattabili in contesti diversi, consentendo una diffusione più ampia degli impatti positivi nel lungo periodo.

Inoltre, l'innovazione sociale favorisce l'inclusione e la diversità, incoraggiando la partecipazione di una vasta gamma di attori, tra cui cittadini, imprese, organizzazioni non profit, enti governativi e istituzioni accademiche. Questa diversità di prospettive e competenze porta a soluzioni più creative ed efficaci, in grado di affrontare le sfide complesse e interconnesse del mondo contemporaneo.

Tuttavia, nonostante il suo enorme potenziale, l'innovazione sociale si scontra con una serie di sfide e ostacoli che possono ostacolarne l'efficacia e la diffusione. Tra queste vi sono la mancanza di finanziamenti e risorse, la resistenza al cambiamento da parte delle istituzioni tradizionali e la mancanza di incentivi per l'adozione di soluzioni innovative. Superare tali sfide richiede un impegno collettivo e una collaborazione tra tutti gli attori coinvolti, al fine di creare un ambiente favorevole all'innovazione sociale e promuoverne l'impatto positivo su scala globale.

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Ven 01 Mar, 2024

PNRR: in arrivo aiuti a favore della transizione digitale e green delle imprese italiane

Il decreto-legge Pnrr, approvato dal Consiglio dei Ministri del 26 febbraio 2024, introduce il nuovo "Piano Transizione 5.0" con l'obiettivo di sostenere gli investimenti in digitalizzazione e nella transizione green delle imprese italiane. 

Questo piano prevede un innovativo schema di crediti d'imposta e dispone di risorse pari a 6,3 miliardi di euro, che si aggiungono ai 6,4 miliardi già previsti dalla legge di bilancio. Ciò porta il totale degli investimenti nel biennio 2024-2025 a circa 13 miliardi di euro.

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato che il Piano Transizione 5.0 rappresenta una pietra miliare della politica industriale del paese, volta a consentire alle imprese italiane di affrontare con successo la doppia transizione digitale e green, cruciali nei prossimi due anni in cui si ridefiniscono gli equilibri geoeconomici. Oltre agli investimenti in beni strumentali, il Piano si concentra sulla formazione dei lavoratori, riconoscendo che le competenze sono fondamentali per il successo del "Made in Italy".

Il credito d'imposta sarà concesso alle aziende in modo automatico, senza alcuna valutazione preliminare e senza discriminazioni legate alle dimensioni dell'impresa, al settore di attività o alla sua localizzazione. Saranno favoriti gli investimenti in beni materiali e immateriali che portano a una riduzione dei consumi energetici dell'unità produttiva, con target di almeno il 3% (o 5% se calcolato sul processo interessato dall'investimento).

Inoltre, saranno ammessi investimenti in nuovi beni strumentali per l'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e spese per la formazione del personale dipendente finalizzate all'acquisizione o al consolidamento di competenze nelle tecnologie per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

Le modalità di fruizione del credito prevedono la compensazione presentando il modello F24 in un'unica rata. Eventuali eccedenze non compensate entro il 31 dicembre 2025 potranno essere compensabili in 5 rate annuali di pari importo.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy si impegna quindi a sostenere attivamente le imprese italiane nella transizione verso un'economia più sostenibile, promuovendo l'innovazione, la competitività e la creazione di valore nel contesto europeo e globale.

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Ven 01 Mar, 2024

Bilancio di esercizio: quando e come si approva

Approvazione del Bilancio d'Esercizio: Procedure e Scadenze

Il processo di approvazione del bilancio d'esercizio segue una serie di passaggi ben definiti, con scadenze precise, che dipendono dalla data fissata per l'assemblea. Questa deve essere convocata entro il termine stabilito dallo statuto, ma comunque entro 120 giorni dalla chiusura dell'esercizio sociale (o 180 giorni in casi specifici come la redazione del bilancio consolidato). Tuttavia, fino al 30 aprile 2024, le assemblee possono svolgersi anche in remoto, secondo un emendamento al decreto Milleproroghe.

Prima dell'assemblea, almeno 30 giorni prima, gli amministratori devono comunicare al collegio sindacale e al revisore legale il progetto di bilancio, da depositare presso la sede sociale nei 15 giorni precedenti l'assemblea. Tale deposito è fondamentale per consentire ai soci di visionare la documentazione.

Il bilancio d'esercizio, che riflette in modo accurato la situazione patrimoniale, finanziaria e il risultato economico dell'impresa, è composto dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dalla nota integrativa e, per alcune imprese, dal rendiconto finanziario e dalla relazione sulla gestione.

La redazione del bilancio coinvolge diversi organi aziendali, compresi gli amministratori, il collegio sindacale, il revisore legale e, infine, l'assemblea dei soci, che approva il documento contabile.

Le normative di riferimento per la predisposizione del bilancio includono gli articoli 2423, 2435-bis e 2478-bis del Codice Civile, oltre ai principi contabili nazionali e internazionali.

Le fasi dell'iter di approvazione includono la redazione del progetto di bilancio, la presentazione agli organi di controllo, l'esame e l'approvazione da parte dell'assemblea dei soci, e infine il deposito presso il Registro delle Imprese.

I termini per la redazione del bilancio sono strettamente legati alla data dell'assemblea di approvazione. L'assemblea ordinaria dei soci deve essere convocata entro il termine stabilito dallo statuto e comunque entro 120 giorni dalla chiusura dell'esercizio sociale. Tuttavia, lo statuto può prevedere un termine più ampio, fino a 180 giorni, per determinate circostanze.

È importante rispettare i termini di convocazione dell'assemblea, altrimenti si incorre nella responsabilità degli amministratori, anche se la delibera di approvazione del bilancio non diventa invalida.

Infine, entro 30 giorni dall'approvazione dell'assemblea, il fascicolo del bilancio deve essere depositato presso l'ufficio del Registro delle Imprese.

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Ven 01 Mar, 2024

Bilancio di esercizio: cos’è, a cosa serve e da quali parti è composto

Il bilancio di esercizio è uno strumento fondamentale per le aziende, in quanto fornisce una panoramica completa della situazione finanziaria, patrimoniale ed economica dell'impresa in un periodo specifico.

È regolamentato dalla normativa italiana, precisamente dagli articoli n. 2423-2435 del Codice Civile, che stabilisce anche i termini entro i quali deve essere redatto e depositato.

Le principali parti che compongono il bilancio di esercizio sono:

  1. Stato Patrimoniale: Questa sezione fornisce una panoramica della situazione patrimoniale dell'azienda, suddividendola in attivo e passivo. L'attivo elenca gli investimenti e le attività liquide, mentre il passivo indica le fonti di finanziamento, distinguendo tra mezzi propri e finanziamenti esterni.
  2. Conto Economico: Questo conto evidenzia i costi e i ricavi generati dall'attività aziendale durante il periodo di riferimento. È suddiviso in diverse sezioni, tra cui il valore della produzione, i costi della produzione e i proventi ed oneri finanziari, e mostra l'utile o la perdita dell'esercizio.
  3. Nota Integrativa: Questo documento fornisce informazioni aggiuntive e complementari che contribuiscono a una rappresentazione più accurata della situazione economica dell'azienda. Include, ad esempio, i criteri contabili adottati, informazioni di varia natura e le motivazioni dietro alcune scelte contabili.
  4. Rendiconto Finanziario: Questo rendiconto analizza dettagliatamente i flussi finanziari dell'impresa, permettendo di comprendere il fabbisogno finanziario dell'esercizio in corso rispetto a quello dell'esercizio precedente. Include le attività di finanziamento, le variazioni delle risorse finanziarie, le attività di investimento e le variazioni della situazione patrimoniale-finanziaria.

Esistono due tipologie di bilancio di esercizio: il bilancio ordinario e il bilancio abbreviato. Il bilancio ordinario è redatto da aziende che superano determinati requisiti in termini di totale attivo, ricavi e dipendenti. Il bilancio abbreviato, invece, è utilizzato dalle società che non superano uno specifico insieme di parametri, semplificando la redazione eliminando il Rendiconto Finanziario.

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Ven 01 Mar, 2024

Cybersicurezza: come conformarsi alla normativa

La Direttiva NIS2, volta a potenziare la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell'Unione Europea, impone alle imprese di conformarsi ai nuovi requisiti normativi. Questo implica l'adozione di un modello organizzativo per la gestione del rischio aziendale legato alla sicurezza informatica. Tale modello richiede un'analisi preliminare, la mappatura delle aree di rischio e l'identificazione dei processi per rafforzare le difese.

E' necessaria l'adozione di un modello organizzativo per la gestione del rischio aziendale legato alla sicurezza informatica. Tale modello richiede un'analisi preliminare, la mappatura delle aree di rischio e l'identificazione dei processi per rafforzare le difese.

Le direzioni aziendali coinvolte includono l'ICT per lo sviluppo e la configurazione delle misure di sicurezza, l'ufficio legale per la verifica dei protocolli di prevenzione e l'ufficio acquisti per selezionare soluzioni conformi alle normative. Le sanzioni per il mancato adeguamento includono multe fino a 10 milioni di euro o il 2% del fatturato mondiale annuo per le imprese essenziali e fino a 7 milioni di euro o l'1,4% del fatturato mondiale annuo per quelle importanti.

È essenziale diffondere una cultura della sicurezza in azienda attraverso formazione continua per tutto il personale, considerando che la NIS2 non riguarda solo la sicurezza informatica ma anche la protezione dei dati personali e la privacy. Bisogna adottare un approccio multirischio e strategico, considerando che ottobre 2024, termine per l'adeguamento, si avvicina rapidamente

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Ven 01 Mar, 2024

Intelligenza artificiale: l'impatto del regolamento UE

Il regolamento dell'Unione Europea sull'intelligenza artificiale rappresenta un importante tentativo di garantire l'utilizzo sicuro ed etico di questa tecnologia potente. Le sue implicazioni si estendono su diversi settori industriali, influenzando non solo i processi produttivi ma anche il rapporto con i dipendenti e il pubblico.

L'AI Act rappresenta un passo cruciale nella regolamentazione dell'intelligenza artificiale in Europa, ponendo l'obiettivo di creare un codice di condotta armonizzato a livello globale. Questo atto normativo mira innanzitutto a garantire l'utilizzo sicuro ed etico di tale tecnologia.

Le aziende che adottano l'intelligenza artificiale devono confrontarsi con quadri normativi in continua evoluzione, bilanciando la conformità con l'innovazione. È fondamentale valutare l'impatto potenziale delle normative sulle operazioni aziendali e verificare se le attuali misure di governance rispettano i principi proposti. Inoltre, l'azione tempestiva è essenziale considerando che le autorità di regolamentazione globali stanno già delineando linee guida dettagliate sulla regolamentazione dell'IA.

Monitorare tali sviluppi e valutare l'uso dell'intelligenza artificiale è necessario per garantire la conformità e gestire il rischio. Questo approccio è cruciale non solo per soddisfare i requisiti normativi ma anche per mitigare i rischi di contenzioso con le parti contrattuali e le potenziali contestazioni da parte dei privati.

Dal punto di vista legale, l'introduzione di nuove tecnologie è generalmente possibile fintanto che si preservi la privacy dei lavoratori e si garantisca l'assenza di discriminazioni da parte dei robot. Tuttavia, esiste il timore che la sostituzione di posti di lavoro e la potenziale scomparsa di alcune professioni possano costituire una preoccupazione.

Nonostante ciò, ci sono anche aspetti positivi come la possibile compensazione della diminuzione del tasso di natalità, il miglioramento della sicurezza sul posto di lavoro in ambienti pericolosi e la liberazione degli individui da mansioni poco gratificanti.

La collaborazione con le autorità di regolamentazione, la comunicazione trasparente e l'armonizzazione globale sono cruciali per una governance dell'IA di successo. L'adattamento proattivo è essenziale, considerando lo sviluppo continuo delle normative e coinvolgendo attivamente i lavoratori nel processo di transizione verso l'intelligenza artificiale.

Sono stati individuati alcuni settori che saranno particolarmente interessati all'intelligenza artificiale generativa, come quella utilizzata nei chatbot. Questi settori includono principalmente quelli dei colletti bianchi, come il settore bancario e tecnologico, e coinvolgeranno professioni ben retribuite come analisti aziendali, responsabili marketing, sviluppatori di software, amministratori di database, project manager e avvocati.

Le società finanziarie e i giganti della tecnologia saranno tra le più colpite da queste trasformazioni, con potenziali risparmi economici derivanti dall'introduzione di soluzioni di intelligenza artificiale generativa.

Infine, l'industria 4.0, caratterizzata dall'integrazione di tecnologie digitali avanzate, tra cui l'intelligenza artificiale, sta ridefinendo il panorama industriale. L'utilizzo dell'IA in settori come sanità, finanza, trasporti e vendita al dettaglio sta portando a una significativa automazione di attività precedentemente eseguite manualmente.

In conclusione, sebbene il regolamento sull'intelligenza artificiale presenti sfide complesse, offre anche opportunità strategiche per le imprese che adottano un approccio proattivo, investendo nella conformità, promuovendo l'innovazione etica e collaborando con le autorità. Questo non solo contribuirà a creare un ecosistema aziendale sostenibile e responsabile, ma offrirà anche significative opportunità di applicazione dell'IA nei vari settori, migliorando l'efficienza operativa e aprendo la strada a un futuro aziendale più efficiente ed efficace.

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Ven 01 Mar, 2024

Per realizzare la tua impresa servono dipendenti? ecco le possibilità

Apprendistato professionalizzante o incentivo under 30, ecco cosa conviene di più per le assunzioni

Nel 2024, i datori di lavoro privati possono usufruire di due misure agevolative per le assunzioni, vale a dire l'incentivo under 30 e l'istituzione di un rapporto di apprendistato professionalizzante. Pur avendo lo stesso target di età, queste due misure presentano vantaggi diversi in termini contributivi, economici e normativi. Prima di procedere con l'assunzione, è essenziale per il datore di lavoro valutare attentamente le due opzioni contrattuali disponibili per fare la scelta migliore.

L'anno 2024 segna la fine degli sgravi contributivi non strutturali per le assunzioni a tempo indeterminato dei lavoratori "under 36", riattivando una disposizione strutturale precedentemente marginale che riguarda le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani al di sotto dei 30 anni.

L'incentivo under 30, regolamentato dall'art. 1 della legge n. 205/2017, offre uno sgravio contributivo per i datori di lavoro che confermano il lavoratore per dodici mesi dopo il periodo formativo. Questo sgravio, tuttavia, è soggetto a vari requisiti e vincoli, inclusi i precedenti contratti a tempo indeterminato del lavoratore e la non realizzazione di licenziamenti ingiustificati nei sei mesi precedenti o successivi all'assunzione.

D'altra parte, l'apprendistato professionalizzante, disciplinato dall'art. 44 del D.L.vo n. 81/2015, offre un contributo a carico del datore di lavoro per tutta la durata del rapporto di apprendistato. Questo contributo è pari al 10% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali, con riduzioni per le aziende con un numero di dipendenti inferiore a nove. Inoltre, l'apprendista può essere retribuito secondo livelli stipendiali inferiori, secondo quanto previsto dalla contrattazione collettiva.

Dal punto di vista normativo, i lavoratori assunti con un contratto di apprendistato non rientrano nella base di calcolo per l'applicazione di particolari istituti previsti dalla legge o dalla contrattazione collettiva. Ciò offre ai datori di lavoro una certa flessibilità nella gestione del personale.

In conclusione, mentre l'incentivo under 30 offre uno sgravio contributivo legato alla conferma del lavoratore per dodici mesi, l'apprendistato professionalizzante fornisce vantaggi contributivi e normativi per tutta la durata del rapporto di apprendistato. La scelta tra le due opzioni dipenderà dalle esigenze specifiche del datore di lavoro e del lavoratore.

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Ven 01 Mar, 2024

Parità di genere: perché può essere un valore aggiunto in azienda

Le politiche aziendali orientate alla riduzione del divario di genere offrono numerosi vantaggi alle imprese. Oltre alla crescita delle competenze e alla miglior qualità dei processi, contribuiscono al rafforzamento della reputazione aziendale.

La certificazione della parità di genere può comportare benefici fiscali. Il Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ha discusso di questi temi al 13° Forum One LAVORO a Modena il 27 febbraio 2024.

La parità di genere può sicuramente rappresentare un valore aggiunto per le imprese. Le politiche aziendali che riducono il divario di genere portano a una crescita delle competenze, migliorando la qualità dei processi e contribuendo alla reputazione aziendale. Oltre a promuovere la giustizia sociale, queste politiche possono garantire benefici concreti come la certificazione della parità di genere, che offre sgravi contributivi e può stimolare azioni socialmente responsabili, come politiche per la conciliazione dei tempi lavorativi con la vita privata.

Il quinto obiettivo dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite è l'uguaglianza di genere, contrastando gli stereotipi che limitano le opportunità delle donne, specialmente nei settori STEM. Il persistere di tali stereotipi ostacola non solo le lavoratrici, ma anche il successo complessivo dell'organizzazione.

Il legislatore può intervenire ulteriormente per ridurre il gender pay gap. Ad esempio, può orientare la contrattazione affinché non si basi esclusivamente sulla presenza al lavoro, ma consideri anche il raggiungimento degli obiettivi. Inoltre, può incentivare politiche di lavoro flessibile e trasparenti, evitando discriminazioni nelle retribuzioni basate su premi di produttività. Leggi come quella del 2016 possono essere applicate per includere il periodo di congedo di maternità nel calcolo dei premi di produttività, evitando pratiche discriminatorie.

Per invertire il trend di aumento delle lavoratrici madri che lasciano il lavoro, è necessario promuovere un'equa distribuzione del lavoro di cura. Ciò richiede una legislazione che valorizzi il congedo di paternità e si spinga verso un congedo di genitorialità equo. La trasparenza e la rendicontazione delle politiche di genere nei contesti aziendali sono fondamentali per identificare e affrontare le criticità che contribuiscono al gender pay gap.

Inoltre, è importante che la pubblica amministrazione presenti un "bilancio di genere", riflettendo l'impegno verso politiche di inclusione sociale e parità di genere. Questi sforzi sono raccomandati dall'Unione Europea e rappresentano un passo significativo verso politiche nazionali più inclusive.

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Ven 01 Mar, 2024

Come "costruire" i ricavi nelle pizzerie

Alcuni interventi della Corte di Cassazione, che in forza di alcuni indicatori spie, hanno più volte legittimato la ricostruzione dei ricavi di un’impresa di ristorazione sulla base di una serie di elementi che investono l’attività stessi

La costruzione dei ricavi di un’impresa di ristorazione può essere fatta sulla base del consumo di materie prime, quando queste costituiscano gli ingredienti fondamentali, se non addirittura indispensabili ai fini della preparazione degli alimenti offerti, o del servizio che si accompagna alla consumazione effettuata. Ad esempio valorizzando il consumo di farina e di mozzarella per le pizze, e ricavando, con valore ponderato, il numero di pizze, che moltiplicato a un prezzo medio, assolutamente conforme al mercato, evidenzia ricavi.

Gli indicatori spie nei ristoranti

Alcuni interventi della Corte di Cassazione, che in forza di alcuni indicatori spie, hanno più volte legittimato la ricostruzione dei ricavi di un’impresa di ristorazione sulla base di una serie di elementi che investono l’attività stessa:

  • tovaglioli: con la sentenza n. 9884/2002 la Corte ha ritenuto corretto “l’accertamento che ricostruisca i ricavi di un’impresa di ristorazione sulla base del consumo unitario dei tovaglioli utilizzati, costituendo dato assolutamente normale quello secondo cui, per ciascun pasto, ogni cliente adoperi un solo tovagliolo e rappresentando, quindi, il numero di questi un fatto noto capace, anche di per sé solo, di lasciare ragionevolmente e verosimilmente presumere il numero dei pasti effettivamente consumati (pur dovendosi, del pari ragionevolmente, sottrarre dal totale i tovaglioli normalmente utilizzati per altri scopi, quali i pasti dei soci e dei dipendenti, l’uso da parte dei camerieri e simili)”. Le specifiche regole dettate dalla Corte di Cassazione sono presenti anche in ulteriori pronunce: si veda la sentenza n. 16048/2005 e la sentenza n. 8643/2007, che hanno legittimato il metodo induttivo utilizzato per la ricostruzione dei ricavi, partendo da un solo dato certo costituito dal numero di tovaglioli lavati, corroborato da altri riscontri, quali la quantità di vino e di altri alimenti consumati. E ancora Cassazione, sentenze n. 8869/2007 e n. 12438/2007;

  • acqua minerale: con la sentenza n. 17408/2010, i supremi giudici hanno legittimato la ricostruzione indiretta effettuata sulla base del consumo dell’acqua minerale, che “deve ritenersi un ingrediente fondamentale, se non addirittura indispensabile, nelle consumazioni effettuate sia nel settore del ristorante che della pizzeria, più degli altri elementi indicati dalla parte ricorrente – gas, elettricità, tovaglie e tovaglioli o dal numero di coperti disponibili, dal personale dipendente e dai prezzi praticati –”; sentenza peraltro confermata dalla successiva pronuncia della Cassazione n. 11622/2013, secondo cui “è legittima la ricostruzione dei ricavi di un’impresa di ristorazione anche sulla base del solo consumo di acqua minerale, costituendo lo stesso un ingrediente fondamentale, se non addirittura indispensabile, nelle consumazioni effettuate – Sez. 5, sentenza 17408 del 23/07/2010, Rv. 614681)” e dalla sentenza n. 25129/2016;

  • materie prime: sentenza n. 6361/2014, con cui la Corte di Cassazione ha riconosciuto valido l’accertamento presuntivo, effettuato nei confronti di un ristorante, partendo proprio dall’acquisto delle materie prime;

  • caffè: con l’ordinanza n. 21130/2018 la Corte di Cassazione ha legittimato il caffè corretto fiscalmente

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Ven 01 Mar, 2024