Quanto è importante il lavoro per i giovani? Una risposta sorprendente
Il lavoro, dovrebbe essere uno strumento per rendersi indipendenti e avere un reddito, che permetta di costruirsi una propria vita e farsi una famiglia.
Ma le percentuali e i dati che emergono da una recente indagine realizzata da Area Studi Legacoop e Ipsos forse appaiono, in qualche modo, inaspettati.
Il lavoro è, nella lista dei "valori" della Gen Z, in fondo al resto:
- rispetto: 50%
- onestà:44%
- libertà: 42%
- amicizia: 41%
- sincerità: 37%
- senso della famiglia: 36%
- lavoro e fedeltà: 32%
In particolare i giovani manifestano esigenze o vicinanza ai seguenti temi di rilievo sociale:
- sicurezza (30%)
- uguaglianza (29%)
- stabilità (26%)
- ecologia (23%)
- innovazione e giustizia sociale (21%)
Ma soprattutto essi indicano i maggiori problemi della società moderna nell’assenza di prospettive professionali e di stabilità nel lavoro: il 32% degli intervistati ha la sensazione che l'”ascensore sociale” rappresentato dalla formazione, dallo studio e dall’impegno nel lavoro, non funzioni.
Infatti nell’indagine il 26% – quindi più di una persona su quattro – afferma che in Italia oggi il merito non è sufficientemente riconosciuto o valorizzato.
Il lavoro quindi è per i giovani intervistati:
- una fonte di reddito (per il 41% degli intervistati e il 49% per gli appartenenti al ceto medio);
- un diritto (per il 39% degli intervistati ma per il 45% nel ceto medio e 47% al Mezzogiorno);
- un modo per affermare la propria indipendenza (38%, 42% nel ceto medio e 43% nel Mezzogiorno);
- uno strumento per dare dignità alla persona (32%, con una punta del 38% al Sud) e per costruirsi una posizione sociale (30%, 38% al Sud);
- uno strumento utile per fare esperienza (per il 29%), imparare un mestiere, operare in un ambiente ben strutturato ed essere apprezzati (per il 25%)
Cosa può attirare i giovani al lavoro?
- il trattamento economico (25%, che sale al 29% tra le donne);
- autonomia e indipendenza (24%);
- disponibilità di tempo libero, orari flessibili e stabilità del posto di lavoro (23%);
- buoni rapporti con i colleghi e i superiori (20%).
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