Professione di “influencer”: aspetti IVA
La crescita della digitalizzazione ha dato vita a nuove figure professionali impegnate nell'utilizzo continuo dei social media e delle piattaforme online. Ciò ha portato non solo personaggi famosi, ma anche individui comuni a diventare influencer grazie alla loro attività costante sui social.
Questa popolarità ha attirato l'attenzione delle aziende che utilizzano gli influencer per promuovere i loro prodotti o servizi, compensandoli con denaro o altri benefici.
Per coloro che svolgono queste attività in modo professionale è necessario aprire una partita IVA e determinare l'inquadramento fiscale dei guadagni. Principalmente, i ricavi degli influencer derivano dalla pubblicità, che può essere misurata in base al numero di like o visualizzazioni dei post.
Dal punto di vista fiscale, se il cliente è in Italia, si applica l'IVA italiana al 22%; se il cliente è in un altro Stato, si segue la normativa relativa alla fatturazione.
Gli influencer che operano come partite IVA individuali possono adottare il regime forfettario se i loro ricavi non superano i 85.000 euro. In tal caso, le fatture non includono l'IVA.
Se gli influencer vengono compensati con beni o servizi invece che con denaro, si applicano norme specifiche sull'IVA per le operazioni di baratto.
Queste considerazioni fiscali sono cruciali per gli aspiranti imprenditori che vogliono avviare un'attività di influencer marketing.
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